Vittoria. Operazione “Final Game”. Le richieste del piemme Scavone

Al termine di due ore di requisitoria, il pubblico ministero Fabio Scavone ha presentato il conto per gli otto imputati che hanno chiesto l’abbreviato nel processo nato dall’operazione “Final Game” messa a segno da Carabinieri e Polizia nel giugno dell’anno scorso, quando sette degli indagati furono sottoposti a fermo per il pericolo di fuga e di reiterare le azioni delittuose. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di tentati omicidi, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini sono state avviate nel maggio del 2008, in seguito al tentato omicidio di Giovanni Antonuccio, 34 anni, ritenuto all’epoca reggente di “Cosa Nostra” di Vittoria. La pena più pesante, davanti al Gup Marina Rizza, è stata chiesta per Antonuccio: 13 anni e 4 mesi di reclusione; 9 anni e 8 mesi di reclusione sono stati chiesti per Emanuele Attardi e Giuseppe Corbino; 10 anni, ma in continuazione con una precedente condanna a 7 anni, per Giuseppe Pavone. Pene più basse per i collaboratori di giustizia: quatto anni e quatto mesi per Carmelo Piscopo; 3 anni e quattro mesi per i gemelli Emanuele e Marco Cirnigliaro; tre anni per Giovanni Giudice. Prossima udienza il 22 aprile quando parleranno gli avvocati dei pentiti: Simona Rampiconi di Roma, Provvidenza Angelino di Catania, Adriana Fiormonti di Latina e Roberto D’Amelio di Catania. Successivamente, toccherà agli avvocati Santino Garufi (per Attardi e Corbino), Emanuele Occhipinti (per Antonuccio) e Maurizio Catalano (per Pavone). Gli altri 8 imputati coinvolti nella vicenda hanno chiesto l’ordinario: Gianfranco Cascino, 34; Giuseppe Doilo, 27; Fabio Incardona, 28, Giuseppe Maurizio Intanno e Vincenzo Latino, 38; Giuseppe Sarri, 47; Marco Giurdanella, 29; Carmelo La Rocca, 38. Nei loro confronti il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio. La decisione è prevista per il 13 maggio insieme alle sentenze per gli 8 imputati giudicati con l’abbreviato. L’udienza di giovedì pomeriggio era iniziata con la dichiarazione spontanea di uno degli imputati, Giuseppe Corbino, richiesta la scorsa udienza dall’avvocato Santino Garufi. Corbino ha detto di non conoscere gli altri imputati alla sbarra, se non per rapporti di lavoro, precisando anche i termini di una intercettazione ambientale fatta nella sua autovettura. Con l’operazione “Final Game” gli investigatori hanno fatto luce sulla fitta rete di interessi dei clan Piscopo di Cosa Nostra e Dominante della Stidda entrati in contrasto dopo nove anni di pax per motivi legati al controllo e alla gestione delle estorsioni e del traffico di droga.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa