L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……….. di Direttore “GOVERNO E OPPOSIZIONE SUL PALCOSCENICO PER LA MANOVRA FINANZIARIA: MA PERCHE’ NON TAGLIARE DEL 50% I COSTI DELLA POLITICA?”

In questi giorni il Governo, i Partiti nazionali sono impegnati in uno scontro frontale sulla manovra finanziaria. Leggendo giornali e ascoltando dichiarazioni, ci si accorge quanto grande sia la distanza che maggioranza e opposizione parlamentari dimostrano nei riguardi del Paese. La distanza si evince anche dal linguaggio dei politici, che si connota come un vero e proprio politichese che dice tutto il contrario di tutto: “pressione fiscale”, “carico sui ceti medi”, “condoni” , “tiket” , “polli di Renzo”, “macelleria sociale”, “mani in tasca”, “redditometro” e chi più ne ha più ne mette. Bisogna trovare i soldi per risanare il debito pubblico, mettere a posto i conti e allinearsi all’Europa. Ma da dove prelevarli?Questa è la vera questione. Il Governo fa la sua proposta: non pensa a nuove tasse, ma propone un aumento del tiket sanitario; pensa ad un condono edilizio, a un controllo delle fatturazioni e dei redditi degli italiani, punta sulla evasione fiscale e alla riduzione delle spese ministeriali e degli stupendi dei parlamentari e dirigenti; si muove nella direzione di un non rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e delle forze di polizia. Queste, almeno, alcune dei vettori di marcia, che hanno fatte scattare le prime proteste dei vari settori sociali.
Naturalmente su tutte queste proposte l’opposizione non è d’accordo neanche su una virgola per tanti motivi. Bersani del PD dice che questa manovra va a colpire le fasce più deboli e che “pagheranno i nuovi ceti medio- bassi”. Casini dell’UDC , l’Italia dei valori e i Verdi dicono che “questo Governo è come il lupo che perde il pelo e non il vizio” e dichiarano ferma opposizione ai condoni. Nel mentre si oppongono, però, non fanno una controproposta con la quale facciano capire all’uomo della strada che le vie d’uscita ci sono, ma che che purtroppo il Governo non vuole imboccarle. Ma questo, dicono autorevoli politici, non è compito dell’opposizione: da dove prendere i soldi è compito del Governo, perché a questo è stato chiamato dal popolo italiano.
Ecco il teatro, ecco la stucchevole ipocrisia di una classe politica che giuoca su tutto. Far quadrare i conti è una operazione complessa: chi pensate possa essere d’accordo, tra i cittadini, con la logica di nuove tasse, o chi credete possa accogliere favorevolmente l’idea di tagliare risorse: la scuola non è d’accordo, la sanità neanche, l’agricoltura nemmeno, le pensioni neanche a parlarne, la sicurezza è prioritaria, la formazione e la ricerca sono importanti per evitare la fuga di cervelli all’estero, la giustizia attende riforme e nuove risorse, l’editoria deve garantire il pluralismo, etc.. Insomma , a quanto pare tagliare non è possibile! Ma allora da dove prelevare i soldi? Una strada maestra, in fondo esisterebbe, ma forse non la si vuole percorrere: tagliare del 50% stipendi di ministri, deputati e senatori, consiglieri regionali, assessori regionali, provinciali e comunali, ridurre del 50% gettoni di presenza per consiglieri comunali e provinciali, componenti di commissioni parlamentari e consiliari; tagliare tutte gli enti e le società che non raggiungono obiettivi utili per la Nazione. E’ dall’alto, dai costi della politica che bisogna partire per trovare i soldi, non dal basso, cioè dalle famiglie e dai cittadini.
Capisco che questa riduzione è poco ragionevole e che potrà apparire penalizzante, perché è anche vero che tutti coloro che rivestono cariche pubbliche e che con serietà e senso del dovere etico si occupano della cosa pubblica, spesso sono costretti ad un surmenage di lavoro e di fatiche che un comune cittadino non fa, nonché a togliere spazio a se stessi e alle loro famiglie. Diverso è per chi vede la politica solo come un “luogo di privilegio”. Dunque, la prima testimonianza per risanare i conti pubblici dovrebbe partire da politici e amministratori, magari per un tempo ridotto fino a quando i conti non tornano a posto, e poi ritornare su livelli più ragionevoli. Purtroppo quando c’è da mettere le mani in modo radicale nelle tasche dei politici ( la proposta di ridurre del 5 o 10 o 15% è un piccolo e ridicolo “obolo”), i deputati e i senatori di destra, di centro e di sinistra lasciano il teatro e diventano tutti autentici difendendosi all’unanimità e sostenendo , questa volta senza dichiarazioni ufficiali alla stampa, che tutto si può fare , tranne che tagliare su se stessi facendo un sacrificio per il bene comune.

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