Questa mattina campane a festa, al via la settimana dedicata a San Giorgio a Ragusa. Numerose le iniziative collaterali in programma

Hanno preso il via questa mattina i solenni festeggiamenti in onore del glorioso patrono di Ragusa, San Giorgio martire. Alle 9, è stato sancito il via con il festoso suono delle campane del Duomo che si è propagato per tutta Ibla. I festeggiamenti andranno avanti sino a domenica 30 maggio. “L’esempio di San Giorgio – ha detto il parroco, don Pietro Floridia, nella giornata odierna in cui si celebra la domenica di Pentecoste – sia per noi un punto fermo di riferimento, un modello attorno al quale ricomporre il nostro essere cristiani per ravvivare lo spirito di vera fraternità”. La giornata è iniziata con la santa messa nel corso della quale si sono tenute le prime comunioni. Tra gli appuntamenti collaterali, la terza edizione della passeggiata della salute promossa dall’Aiad in combinata con l’ecomaratona delle Cave iblee, organizzata dalla polisportiva “No al doping”. Inoltre, l’ex chiesa di Sant’Antonino ospita, da oggi e sino a domenica prossima, con orari compresi tra le 10 del mattino e le 24 (solo un paio d’ore di sosta all’orario di pranzo) la pesca di beneficenza a cui hanno contribuito, mettendo a disposizione oggetti di vario genere, i commercianti di Ibla e del centro storico di Ragusa superiore oltre alle famiglie devote del martire.

I momenti religiosi, carichi di significato per la comunità dei fedeli, continuano anche domani, lunedì 24 maggio. Alle 9,30, infatti, è previsto il pellegrinaggio al cimitero di Ragusa Ibla dove sarà celebrata la santa messa. Alle 19, inoltre, ulteriore funzione religiosa al Duomo. I solenni festeggiamenti in onore del glorioso patrono di Ragusa saranno dunque caratterizzati, in questo caso, dall’omaggio reso ai defunti. Non a caso il messaggio scelto per l’occasione è tratto dalla prima lettera dei Tessalonicesi: “Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti”.

Lo studioso di storia Gianni Giannone, componente dell’associazione San Giorgio martire, ricorda come il culto di San Giorgio, nella città di Ragusa, si perde nei tempi. “E’ nato in Sicilia – spiega – assai prima che i normanni lo scegliessero come loro protettore e ne promuovessero la devozione dotandone splendidamente gli altari. Risulta, peraltro, che il nome Giorgio era imposto nel battesimi da epoca remota. Perfino negli elenchi dei vescovi di Siracusa, il 39esimo nella successione nell’anno 660, risulta essere un vescovo di nome Giorgio. Eugenio Sortino Trono parla di una prima chiesa di San Giorgio a Ragusa, antecedente alla seconda crollata col terremoto del 1693. Di questa prima chiesa riferisce un atto del 16 agosto 1514, rogato dal notaro Lorenzo De Vitale, in cui si parla di una casa posta nel quartiere di San Giorgio Lo Vecchio. Dal contesto dell’atto stesso si comprende che essa si trovava proprio dietro l’attuale chiesa madre, nei pressi del castello, nelle vicinanze dell’allora chiesa di San Nicola. Quindi la prima chiesa di San Giorgio, stando sempre alle notizie riferite dal Sortino Trono, dovette sorgere prima della venuta dei Normanni, cioè nel periodo greco-bizantino visto che sotto gli arabi non è supponibile si innalzassero nuove chiese”.
Giannone, inoltre, sottolinea che “la città di Ragusa, sempre e per antichissima memoria, ha tenuto per patrono San Giorgio, e quando in conseguenza della costituzione pontificia “Universa” di Papa Urbano VIII, ogni città fu obbligata a scegliersi tra i vari patroni e protettori il principale, perché la sua festa fosse dichiarata di precetto, i giurati e il consiglio del popolo ragusano riunitosi il 10 maggio 1643 proclamarono e deliberarono tutti unanimemente che ‘come in passato e per antichissima memoria, era stato considerato e tenuto per patrono principale e titolare della città, il glorioso martire San Giorgio, così fosse stimato e ritenuto al presente e nell’avvenire e festeggiato in singolar modo conforme al decreto pontificio’. I documenti autentici si conservano nell’archivio del Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa