Visto che è stata buttata in politica, allora facciamo qualche precisazione.
Per essere intervenuta la Flai-Cgil, addirittura a livello regionale ( massima espressione sindacale della sinistra), a difendere dipendenti della Rinascita ( altrettanto notoriamente espressione della sinistra), per non parlare dell’ espulsione di Giovanni Formica attuale segretario del PD e consigliere comunale, se ne deve dedurre che c’è una guerra di potere all’interno della sinistra che si riverbera sugli assetti interni di Rinascita?
D’altronde è noto che alla vicenda a proposito ma, soprattutto a sproposito, si sono interessati vari personaggi quali l’on.le regionale Di Giacomo, questi anche in presenza di Legacoop, quali ancora il sindaco Nicosia, Giovanni Formica, e l’avv.Gurrieri, e, persino, Angelo Dezio e il presidente di SOGEVI Denaro.
E l’ UDC cosa c’entra in questo attacco esterno alla cooperativa? Forse è in combutta ( visto che si scomoda la guerra di Troia) con qualche anima dissenziente del PD che vuole scalzare un gruppo di potere avverso, viste le tante anime che compongono questo partito?
La verità è che ragionare di fanta-politica è un vezzo tutto italico per allontanare l’attenzione dai problemi veri, forse nel tentativo di esorcizzarli. Ma la magia funziona solo nei film di Harry Potter, ed i problemi restano.
Allora, a proposito di problemi, se qualcuno si è rivolto allo studio del commercialista Barrano, non in quanto commissario dell’UDC, ma in quanto serio e preparato professionista, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle cooperative, vuol dire che detti problemi sono molti e grossi.
Dai numeri che si danno in conferenza stampa, sembra che la cooperativa Rinascita scoppi di salute, e quando una società va così bene non penso ci possano essere soci che si lamentino! Ma se accanto alle meravigliose cifre su patrimonio e fatturato si mettessero anche quelle sull’indebitamento e su come quell’indebitamento si è formato, forse i soci avrebbero un quadro più chiaro e più attendibile sul quale discutere ( ma questa parola alla Rinascita non è ammessa!).
Se poi, come sostengono Sarrì e Curciullo, non dobbiamo avere paura di fare dei nomi, accanto ai nomi dobbiamo anche fare le dovute precisazioni; il Presidente della cooperativa Arcobaleno, Gianchino, ed il vice-Presidente, Emanuele Iabichella, erano soci di Rinascita per servizi ( prima di essere espulsi). E per tutti gli altri espulsi che motivazioni si danno? Che garanzia di democrazia interna ha dato ( e continua a dare) questa dirigenza che risponde solo a se stessa? Sempre per richiamare trasparenza e regolarità, i soci espulsi non sono quelli dichiarati in conferenza stampa dalla dirigenza Rinascita ( solo 6), ma sono ben 30.
dei quali solo 2 fanno parte di Arcobaleno ( mutualità per servizi) ed esattamente Gianchino Salvatore e Iabichella Emanuele. Gli altri nomi comparsi sui vari organi di informazione ma, evidentemente forniti da Rinascita, come Giovanni Agosta, Rosario Dezio, Vincenzo Iabichella, Coop. Ideal Ortaggi, da tempo non sono più soci di Arcobaleno, come dimostrato documentalmente.
E gli altri soci espulsi, che in Arcobaleno non sono mai entrati?
Inoltre, si pensa di risolvere il problema del mobbing sui dipendenti facendo, come si usa in politica, una commissione che si occupa di questo problema, ma per il passato?
Tutti i dipendenti minacciati o sospesi che fine fanno? E i soci che volevano dissentire e contestare i bilanci, chi li garantirà?
E il presidente Di Bona come mai dopo tutta questa battaglia ( come la chiamano alla Rinascita) ora dice di non essere attaccato alla poltrona e che, forse, abbandonerà la carica prima della sua scadenza naturale? Dopo 9 anni di presidenza, che credibilità può avere un’affermazione del genere? O si vogliono scaricare sui posteri le responsabilità del passato?
In realtà, ad onta delle tanto sbandierate trasparenza e regolarità delle assemblee, si fa notare che, a norma di Statuto, il consiglio di amministrazione di Rinascita e relativo presidente, essendo quasi tutti al 4° mandato consecutivo, non erano rieleggibili, contravvenendo, per l’appunto, all’ art.35 3°comma dello Statuto di Rinascita.
In specie, si fa riferimento ai soci: Di Bona Giuseppe, Peperino Giovanni, Giudice Salvatore, Nastasi Emanuele, Petino Giovanni.
Tra l’altro Giudice Salvatore risulta con partita IVA cessata il 23/10/2009, quindi a quale titolo fa parte del cda?
Riguardo alla richiamata Ordinanza ( e non Sentenza, avvocato Curciullo), si fa ancora notare, sempre per essere chiari e trasparenti e con documenti a riprova di quanto affermato, che tale Ordinanza ha ritenuto non valida l’assemblea del 30/4/2010, ma a quelle antecedenti del 28/4 e del 29/4 non vengono fatti rilievi, per cui si devono intendere regolari. Se ne deduce che la dirigenza Rinascita, ancora una volta, soprassedendo alle regole, ha fatto quello che ha voluto.
A riprova di ciò, e le televisioni lo hanno documentato, l’assemblea del 16/6/2010 pur con un ordine del giorno importante come l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche, si è chiusa in 15 minuti ( nemmeno il tempo di leggerlo il bilancio!) lasciando fuori decine di soci con diritto di voto, per il semplice fatto che alle 18,30 sono iniziati ( inusualmente) i controlli documentali dei singoli soci da parte dei vigilantes, ma alle 19,15 era già stata sciolta, questo alla faccia della democrazia!
E sempre a proposito di democrazia, che dire dell’ inusuale modalità di convocazione delle assemblee di aprile 2010, fatta attraverso pubblicazione su un quotidiano, cosa formalmente giusta, ma, notoriamente, se si accompagna questo tipo di pubblicità con l’avviso di convocazione anche nella sede sociale.
E come mai, invece, le convocazioni per l’assemblea del 16/6/2010 è stata fatta con invito personale ai soci per posta?
Infine ( last but not least), qualcuno si è mai posto ( in un’era di scontri sui conflitti d’interesse) il problema del ruolo dell’avvocato Curciullo, al contempo socio di Rinascita (è un agricoltore?) e suo legale ( sicuramente non per conto dei soci di Rinascita).
I Soci
Iabichella Emanuele
Iabichella Vincenzo
Gianchino Salvatore
Agosta Giovanni