NO ALLE TRIVELLAZIONI CHE MORTIFICANO IL TERRITORIO. IL PRI LANCIA LA PROPOSTA DELLA CREAZIONE DI UN’AREA PROTETTA

“L’apertura di una falla pari ad appena un centesimo quella apertasi nel Golfo del Messico basterebbe a danneggiare, per chissà quanti secoli, l’ecosistema irripetibile dell’area antistante la costa iblea. Ecco perché, nel contesto di uno sviluppo calibrato delle politiche ambientali, la proposta di istituire un’area protetta in provincia di Ragusa e più in genere lungo la fascia Sud orientale della Sicilia deve essere presa seriamente in considerazione”. A lanciare la proposta è il coordinatore regionale del Partito Repubblicano Italiano, Gino Calvo, dopo che è montato il dibattito sulle trivellazioni e sulle politiche estrattive che fanno a pugni con la tutela ragionata e motivata del territorio. “I fatti del Messico – spiega Calvo – ci mettono nella condizione di essere preoccupati. Quanto è accaduto da quelle parti si può definire con una sola parola: orribile. Pensare, poi, che qualcosa del genere potrebbe ripetersi anche dalle nostre parti sarebbe una eventualità da non augurare neppure al peggior nemico. Come Pri ci chiediamo: cosa hanno fatto i nostri politici per garantire la massima sicurezza degli impianti estrattivi? E, ancora, tenuto conto che esiste una legge nazionale che tutela le aree marine protette, come mai un percorso del genere è stato avviato, in Sicilia solo per le Edagi e non anche per il territorio ibleo che gode di uguale fascino? Ecco perché, come Pri, chiediamo in via ufficiale ai parlamentari della provincia di Ragusa e della Sicilia sud orientale di attivare un percorso di collaborazione, in grado di superare gli steccati ideologici, per assicurare una tutela specifica. Far diventare anche la provincia di Ragusa area protetta come già accaduto per le Egadi potrebbe significare aumentare le chance di una zona che oggi punta alla crescita del proprio sviluppo attraverso l’integrità del territorio. La parte politica, dunque, si intesti un percorso di principio per garantire la nostra area. Noi, come partito, lo stiamo facendo. Ma è chiaro che soli non bastiamo. Ci vuole una larga intesa che metta d’accordo tutti. E che solleciti il ministero dell’Ambiente a valutare se esistono le condizioni, noi siamo sicuri di sì, per una ipotesi del genere. L’area marina protetta costituirebbe l’ulteriore tassello di un mosaico che affranca la provincia di Ragusa da percorsi potenzialmente a rischio”

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa