Attività Polizia Provinciale. Denunciato un cacciatore di Acate

Intensificati i servizi di vigilanza venatoria da parte della Polizia Provinciale al fine di prevenire il compimento di illeciti in materia di caccia ma soprattutto per far si che l’apertura della stagione venatoria (avvenuta in Sicilia il 1 settembre anche se solo per alcune specie d’animali: tortore, merli e colombacci) avvenisse nel rispetto della legge.
I servizi di vigilanza venatoria erano già stati triplicati nell’ultima settimana di agosto per contrastare possibili fenomeni di bracconaggio o di caccia in periodo di assoluto silenzio. Durante uno di questi servizi è stato rinvenuto in un uliveto di contrada Mazzarronello-Piraino, territorio di Chiaramonte Gulfi, sparsi per tutto il terreno numerosi pezzi di carne fresca che si sospettano avvelenati (dall’esame visivo si evidenziano tracce di sostanze estranee). In attesa dell’esito delle analisi di laboratorio cui sono stati sottoposti i bocconi, si sta intanto vagliando la posizione di un pensionato chiaramontano, la cui presenza è certa nel fondo anzidetto poche ore prima del rinvenimento dei pezzi di carne che si sospettano avvelenati. In occasione dell’apertura della stagione venatoria particolare attenzione è stata prestata a quelle zone rurali dove notoriamente maggiore è la pressione venatoria, ubicate soprattutto nel territorio chiaramontano, nell’acatese o nei pressi delle due Riserve Naturali nonché della zona archeologica di Camarina.
A seguito dei citati controlli che hanno interessato decine di cacciatori, personale di Polizia Provinciale, coordinato dal comandante Raffaele Falconieri, ha sorpreso in contrada Piano Alcieri di Acate, P.T. di anni 61, di Acate, intento ad cacciare conigli oltre che in periodo non consentito, privo anche di valido porto d’armi. Lo stesso è stato quindi deferito all’Autorità Giudiziaria per il presunto reato di porto abusivo d’arma e furto venatorio. Il fucile da caccia, le cartucce e i tre conigli appena abbattuti dal predetto cacciatore sono stati sottoposti a sequestro. Ad altri tre cacciatori sono state contestate altrettante infrazioni amministrative per alcune irregolarità quali la mancata annotazione sul tesserino venatorio dei dati di caccia.

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