“Vengono, vedono, colpiscono. E poi vanno via. Quasi fossero dei novelli Cesari. Lo hanno già fatto in passato. E continuano a farlo adesso. Solo che noi ci siamo stancati di subire. E chiediamo di poter gestire il nostro territorio con le professionalità locali che ci sono e che meritano di essere valorizzate”. Il presidente di Ragusa Soprattutto, Giuseppe Occhpinti, assieme al consigliere comunale Giuseppe Cappello, va giù duro sul delicato ruolo esercitato dai soprintendenti ai beni ambientali e culturali e sulla responsabilizzazione che gli stessi dovrebbero assumere nella determinazione di scelte fondamentali per lo sviluppo del territorio di riferimento. “Non ci permettiamo di discutere il profilo professionale – aggiunge Occhipinti – della soprintendente Vera Greco che, anzi, ora è stata chiamata ad un incarico ancora più prestigioso, a Catania, e a cui auguriamo le migliori fortune. Ci chiediamo, però, che senso abbia che un soprintendente, in questo caso proprio la Greco, rimanga sul territorio per un determinato numero di anni, elabori un percorso di una certa delicatezza, come il piano paesistico, e, all’improvviso, venga trapiantata altrove, lasciando con un palmo di naso un’intera provincia che sta dibattendo su temi di grande impatto come, per l’appunto, il piano paesistico, avverso il quale sono stati già avviati una serie di ricorsi. No, non si fa così. Questa è mancanza di attenzione per le prerogative proprie di un’area, in questo caso quella iblea, che sta cercando di venire fuori in tutti i modi dai momenti difficili determinati dall’attuale crisi economica e che si scontra con barriere che ne vorrebbero limitare le prospettive di crescita. Abbiamo già espresso le nostre riserve sul piano paesistico. Ancora di più ci sarebbe da dire su tale modus operandi che ridimensiona, e in maniera enorme, le nostre ambizioni di sviluppo. Come la penserà su questo argomento il nuovo soprintendente? Bisognerà ricominciare tutto da capo? Ci saranno ulteriori motivi di scontro oppure le divergenze si appianeranno? Ecco, chi sarà in grado di rispondere a questi interrogativi ci consentirà di compiere un passo avanti verso un futuro che, almeno per il momento e rispetto a tali argomenti, continua ad apparire assolutamente nebuloso. Invece di aiutare una terra produttiva come quella iblea, la relegano a sala d’attesa, a posto d’infimo ordine. No, non ci stiamo. Protesteremo vibratamente per consentire alla nostra voce di elevarsi sopra le altre”.
Ragusa Soprattutto contesta le scelte sulle nomine alle Soprintendenze Occhipinti: “Loro ruotano e noi subiamo. Basta, non ne possiamo più”
- Settembre 4, 2010
- 12:36 pm
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