Il personale precario dell’Asp di Ragusa. I dubbi di Terranova della Cgil

Qual è il senso di appostare nelle linee di spesa per il 2010 e il 2011 le spese storicizzate nel tempo per il personale precario sanitario, cioè quello titolare di contratti di diritto privato, se poi nello strumento programmatorio dei servizi non viene previsto per loro nessuno spazio, necessario a ipotizzare anche un percorso graduale di trasformazione dei contratti precari in assunzioni a tempo indeterminato? Se lo chiede Salvatore Terranova della Cgil rivolto all’Assessore regionale alla Sanità in merito all e direttive per la composizione della dotazione organica dell’ASP di Ragusa. “La verità – dice il sindacalista – è che la caratura e l’organizzazione della nuova dotazione organica sono state concepite e articolate tenendo fede alla stella polare dell’interesse politico di pochi. Verranno compressi servizi resi in economia e lasciati intatti servizi affidati all’esternalizzazione che spesso sono il bocconcino prelibato della clientela politica”. Poi una serie di perplessità. “L’Assessore regionale alla Sanità – dice – può impartire direttive per la composizione della dotazione organica dell’ASP di Ragusa senza tener conto di alcune condizioni minime che riguardano il quadro delle risorse umane esistenti, ossia di quanti da almeno 10 anni operavano nelle due precedenti Aziende ed operano ancora all’ASP, anche se con contrattualizzazione a termine?
Può dare indirizzi per impostare un organigramma dei servizi che disconosca, da un lato, del tutto le aspettative di tanti lavoratori che hanno reso, da anni, importanti servizi e, dall’altro, la recisa compressione di quest’ultimi?
Può propendere per uno strumento di programmazione dei servizi dell’ente in cui i precari non risultano affatto, anzi per loro viene annientata qualsiasi ipotesi di stabilizzazione? E farsi promotore di una scelta di tal fatta che è diametralmente opposta a quella di tanti altri enti, anche in provincia, che hanno invece valorizzato il proprio bacino di lavoratori precari stabilizzandolo, ossia assumendolo a tempo indeterminato?
I precari dell’ASP hanno una storia antica. L’AUSL n. 7, prima e soprattutto in questi ultimi quattro anni, non ha ritenuto di elaborare un programma, da applicare anche con interventi a tappe, per avviare a soluzione tale problematica. L’ASP, ora, come una operazione magica maschera tutto facendo finta che il problema non esiste.
Ci si chiede quale sia il senso di appostare nelle linee di spesa per il 2010 e il 2011 le spese storicizzate nel tempo per il personale precario, cioè quello titolare di contratti di diritto privato, se poi nello strumento programmatorio dei servizi non viene previsto per loro nessuno spazio, necessario a ipotizzare anche un percorso graduale di trasformazione dei contratti precari in assunzioni a tempo indeterminato?

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