Modica. La Polizia arresta un tunisino perchè clandestino

Finisce in manette il tunisino Jallabi Billel, già arrestato dai carabinieri per droga insieme ad un modicano lo scorso mese di agosto e poi assolto. Stavolta è stata la polizia a fare scattare le manette.
L’accusa è l’inottemperanza all’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale. Billel, residente da quasi cinque anni, a Modica è conosciuto con lo pseudonimo di “Michele”, un nome che nelle ultime settimane è ricorrente in città dopo i furti compiuti in danno dal Ciok Caffè di Corso Umberto e del Pub “Mammamia” di Via Clemente Grimaldi.
Come si diceva, l’extracomunitario è sospettato di essere autore di alcuni furti in città. In precedenza era stato regolarizzato in Italia ma il suo foglio di soggiorno era scaduto. Ciononostante non si era preoccupato di presenzare istanza per la proroga cosicchè la Questura lo aveva diffidato a regolarizzare la sua posizione entro quindici giorni. Il termine era scaduto il 31 agosto scorso senza che Billel facesse nulla per regolarizzare la sua permanenza. Martedì, nel corso dei controlli disposti dal dirigente del Commissariato, Maria Antonietta Malandrino, gli uomini della sezione di polizia giudiziaria lo hanno fermato. Dagli accertamenti è risultata la sua clandestinità per cui sono scattate le manette. Nel corso di una perquisizione nella sua abitazione di Modica sarebbero stati trovati strumenti utili per lo scasso. Questo accentua l’ipotesi che possa essere la persona ricercata per alcuni furti in città, considerato anche che la notte in cui furono presi di mira i due esercizi commerciali, alcuni residenti in una zona non molto distante furono svegliati dalle voci di alcuni giovani che
tentavano di forzare la cassa del bar che si rivolgevano spesso a tale “Michele”. Lo scorso 10 agosto i carabinieri lo avevano fermato in Via Nazionale, a bordo di una Renault Twingo insieme ad un giovane del posto. Jallabi deteneva due grammi di marijuana ed altrettanti di cocaina. Non fu trovata la prova dello spaccio e furono assolti.

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