Ragusa. Il Sovrintendente dà l’ok per l’avanzamento lavori Enimed di Contrada Tresauro, ma Lombardo blocca tutto. Pronta la protesta

Le trivellazioni in contrada Tresauro pur essendo compatibili con le restrizioni imposte dall’adozione del Piano Paesistico -così come aveva disposto il Sovrintendente Alessandro Ferrara dopo il sopralluogo al cantiere di Eni- non sono tuttavia gradite al Presidente Lombardo. Il Governatore, senza un motivo ben preciso e senza alcuna motivazione tecnica, blocca i lavori di preparazione alle perforazioni di Enimed nella campagna ragusana. “Il pretesto del nuovo fermo ai lavori spiegano i segretari di Filctem, Paolo Rizza, Femca, Giorgio Saggese, e Uilcem, Giuseppe Scarpata – è la non completa documentazione di Eni a corredo del progetto di trivellazione in contrada Tresauro. La realtà è tutt’altra. La piena compatibilità delle norme di salvaguardia indicate dal piano paesistico territoriale e la prescrizione di alcuni e semplici interventi aggiuntivi per la continuazione dei lavori, non soddisfano le pretese politiche, e non più tecniche, del presidente della regione Sicilia.
Alla beffa dell’adozione tecnica del piano paesistico territoriale, imposto ai territori senza concertazione preventiva, si aggiunge il raggiro politico del Governatore che mette a serio rischio non solo lo sviluppo del nostro territorio ma quello della Sicilia intera.
Lombardo – proseguono – pone il veto sul rigassificatore Erg di Priolo e blocca contestualmente gli investimenti di Eni in provincia di Ragusa. È chiara la volontà politica di neutralizzare le proposte di sviluppo della Sicilia orientale. Tre miliardi di euro di impieghi economici -investimenti Erg-Eni-Terna da Messina a Ragusa- affidati alle scelte di un Presidente che amministra la regione siciliana come fosse un fatto privato, che riguarda solo lui e il vicinato. Forse Lombardo non si è ancora reso conto che non è con i provvedimenti autoritari che si curano gli interessi dei siciliani, e dei ragusani sopra ogni cosa. E Ragusa non può subire decreti politici illiberali che prescrivono per il nostro territorio solo passi indietro nella corsa allo sviluppo e perdita continua di posti lavoro. Questo non è più tollerabile.
Bloccare Eni nei lavori di allestimento perforazione di contrada Tresauro, vuol dire chiudere definitivamente i conti con lo “sviluppo possibile” del nostro comprensorio, in un contesto di non salvaguardia delle vocazioni produttive della nostra provincia e di non tutela dell’occupazione.
A rischio oltre alle 39 unità di Enimed Ragusa anche le 100 e più risorse di Pergemine srl -contractor di Eni per le perforazioni in e off shore- già impiegate nei lavori di esplorazione di contrada Cammarana, da ricollocare nel progetto Tresauro. I lavoratori di Enimed e di Pergemine hanno già manifestato il proprio dissenso pubblicamente: pronti a mettere in campo azioni clamorose di protesta contro il nuovo blocco ai lavori del progetto Tresauro. Invitiamo pertanto Sua Eccellenza il Prefetto di Ragusa a voler convocare d’urgenza un tavolo tecnico-istituzionale per la vertenza in atto, affinché si possa affrontare questa delicata situazione, evitando problemi di ordine pubblico o tensioni sociali che finirebbero per non giovare ad una positiva soluzione della vicenda. Agli interessi particolari di questi lavoratori aggiungiamo quelli generali del territorio, entrambi devono essere sempre e comunque salvaguardati”.
I tre sindacalisti invitano tutti i settori produttivi, l’Asi, Confindustria, la nostra classe politica, a ogni livello, ad attivarsi per risolvere una questione che oggi mette a rischio il lavoro dei dipendenti e dell’indotto di Eni in provincia di Ragusa, e che domani costringerà al fermo economico la crescita del Territorio. Il pericolo di perdere non solo l’ultimo pezzo di grande industria ma anche i piccoli insediamenti produttivi degli Iblei, per una volontà politica incomprensibile, è veramente serio.

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