Piano paesistico, Confagricoltura Ragusa denuncia: “Perderemo almeno il 15% degli occupati, in calo anche la Plv”

“Le valutazioni in merito all’impatto del Piano paesistico sul settore primario siano lasciate agli agricoltori”. Questa la reazione della Giunta di Confagricoltura Ragusa, riunita ieri dal presidente Sandro Gambuzza, in merito alla adozione del Piano paesistico ed alle valutazioni apparse su alcuni quotidiani. Partendo dalla consapevolezza che un Piano del paesaggio rappresenta un “plus” per l’intera comunità, la Giunta di Confagricoltura definisce quello appena adottato dalla Regione una sorta di mal riuscito “Testo unico del paesaggio, dell’urbanistica e dell’economia” della provincia di Ragusa, risultato di una visione bucolica dell’impresa agricola, distante dal ruolo multifunzionale voluto in sede comunitaria, strabico già dalla fase di concepimento e deludente dal punto di vista strategico.
La Giunta di Confagricoltura Ragusa non può, a questo punto, sottacere il risultato di uno studio interno alla organizzazione in merito all’impatto sul settore primario dell’adozione dell’attuale Piano paesistico per il prossimo triennio: -20% della Produzione lorda vendibile (-4% del valore aggiunto agricolo ragusano); -15% degli occupati in agricoltura (-4.500 lavoratori agricoli ); e, ancora, -400.000 giornate lavorative; -300 aziende agricole.
A preoccupare, inoltre, l’organizzazione degli imprenditori agricoli è la circostanza che la perentorietà dei vincoli e dei divieti non appare bilanciata da altrettanta chiarezza per quanto concerne le possibilità che vengono spesso lasciate vaghe ed alla discrezionalità amministrativa.
Confagricoltura Ragusa si impegnerà, al fine di evitare le suddette negative ricadute sul comparto, facendo ricorso alle opportune e credibili professionalità del territorio per puntare al miglioramento dello strumento di pianificazione proponendo osservazioni e deduzioni responsabili e di portata generale. Auspica, infine, l’intervento convinto delle forze politiche locali per un ritorno ad un momento di comune riflessione in merito alla opportunità di sospendere la adozione del Piano, al fine di pervenire, senza pretese di copianificazione ma con leale e responsabile spirito di confronto, ad un Piano da tutti condiviso.

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