Ispica. Concluso iter per finanziamento restauro chiesa di S.Antonio Abate

Con la firma del decreto n. 1797 da parte del Dirigente Generale dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana si è concluso il complesso iter per il finanziamento del progetto di restauro della chiesa di S. Antonio Abate di Ispica.
In breve la sintesi del certosino lavoro, durato quasi due anni, svolto dal sindaco Piero Rustico per arrivare all’odierno risultato. La parrocchia di S. Antonio Abate disponeva da qualche anno di due separati progetti, redatti dall’arch. Rosanna La Rosa, per il consolidamento e la messa in sicurezza e per il restauro della chiesa, che avrebbero potuto essere finanziati separatamente da due diverse Amministrazioni regionali. I due interventi, se condotti separatamente, avrebbero ovviamente comportato maggiori oneri con conseguente riduzione delle somme da utilizzare per i lavori veri e propri. Il Sindaco si determinava perciò, con proprio provvedimento n. 67 del 24/09/2008, a nominare Responsabile Unico del Procedimento l’ing. Giovanni Solarino al fine di proporre alle competenti Amministrazioni regionali l’accorpamento dei due progetti da affidare in fase esecutiva al Comune di Ispica e con l’obbligo di rendiconto separato in favore delle Amministrazioni che avrebbero erogato il finanziamento. L’iniziativa del Sindaco ha man mano registrato l’adesione del Dipartimento Regionale di Protezione Civile prima e della Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa poi, sicché si è pervenuti all’ottenimento dei due finanziamenti per un importo complessivo di € 767.467,96 di cui € 303.807,96 a carico del Dipartimento Regionale di Protezione Civile (D.D.G. n. 1973 del 28/12/2009) e € 463.660,00 a carico dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (D.D.G. n. 1797 del 12/08/2010), con i lavori da realizzare a cura del Comune di Ispica, che provvederà anche ad espletare la relativa gara d’appalto.
La chiesa più antica della città, l’unica ad aver resistito indenne al tremendo terremoto del 1693, sarà finalmente riportata al suo antico splendore e consolidata grazie a mirati interventi strutturali ed architettonici.
La progettazione dell’arch. La Rosa prevede interventi tesi a migliorare la risposta sismica della costruzione, nonché il rifacimento e la conservazione delle emergenze artistiche ed architettoniche presenti nella chiesa.
All’interno della sagrestia è prevista la dismissione della pavimentazione esistente e l’eliminazione dell’umidità di risalita tramite la realizzazione di un vespaio aerato, alla quale farà seguito la posa della nuova pavimentazione in pietra di Modica; la muratura della chiesa e del campanile, che risulta degradata, sarà risanata tramite la scarnitura dei giunti e la sistemazione di ugelli in corrispondenza dei punti che risulteranno maggiormente danneggiati, la successiva rincocciatura e la saturazione dei vuoti mediante il pompaggio di malta di calce; il nuovo intonaco, a basso contenuto di sali ed assenza di cementi, sarà deumidificante e raccordato cromaticamente con quello esistente; verranno sigillate le microlesioni presenti e rifatti ex novo gli infissi; sono previsti, inoltre, un accurato restauro degli elementi in pietra, la realizzazione del sistema di raccolta e scolo delle acque meteoriche, lo smontaggio del coro ligneo, la demolizione della volta in canne e gesso realizzata alla fine dell’800 che consentirà di far affiorare il sistema di copertura a capriate, l’inserimento di dispositivi antivolatili ed il rifacimento dell’impianto elettrico.
Sono state altresì previste alcune opere di finitura quali la verniciatura delle ringhiere metalliche del cortiletto retrostante la sagrestia, la tinteggiatura delle pareti dell’aula sacra, la pavimentazione dell’edificio in pietra di Modica, la coibentazione e pavimentazione delle coperture di sagrestia, campanile e salone, la realizzazione di un nuovo servizio igienico sanitario e lo smontaggio o protezione degli elementi di arredo sacro presenti.
Si tratta, quindi, di un intervento di restauro e consolidamento importante, il cui valore complessivo ammonta come già detto a oltre 750 mila euro, che permetterà una fruizione più sicura della chiesa e la riscoperta di pregevoli elementi architettonici rimasti finora celati.
Conseguito l’ultimo decreto di finanziamento è apparso visibilmente contento il primo cittadino Piero Rustico, il quale, dopo aver informato del risultato raggiunto il parroco don Giuseppe Stella e il presidente dell’Arciconfraternita S. Antonio Abate geom. Giuseppe Caschetto, ha così dichiarato: “Sono particolarmente soddisfatto per l’integrale finanziamento del progetto complessivo per la messa in sicurezza e il restauro della chiesa di S. Antonio Abate, avendo impegnato tempo ed energie non indifferenti per il conseguimento di un risultato veramente straordinario per la nostra città e per il suo patrimonio architettonico. La Chiesa di S. Antonio Abate costituisce il monumento che più di tutti lega la nuova città con il nostro passato di abitatori della Cava. Metterlo in sicurezza e riportarlo al suo antico splendore ha per me il senso di avere dato un forte contributo ad una sempre maggiore consapevolezza del nostro passato e della nostra identità, di cui ogni ispicese è fiero. Entro l’anno sarà, intanto, espletata la gara d’appalto per l’esecuzione dei lavori”.

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