Scicli. Funerali oggi pomeriggio di Antonio Donzella

Una folla muta ha atteso già all’imbocco della via San Bartolomeo l’arrivo del carro funebre che trasportava per l’ultimo viaggio Antonio Donzella. Molti erano giovani, vestiti, stranamente di nero. Il colore del lutto stretto, quello usato dai padri, dai nonni: così insolito da vedere indossato da giovani tra i venti e i trenta anni.

Scicli si è fermata, stamani, e si è raccolta attorno al dolore della famiglia Donzella. Antonio, 28 anni, commesso in un supermercato, ha perso la vita a bordo della sua Honda di grossa cilindrata andando a sbattere contro un muro di corso Garibaldi, mercoledì sera. Un urto sordo, quasi che la sorte non abbia voluto sentire ragione. Don Concetto di Pietro, durante le esequie in San Bartolomeo cita Sant’Agostino: “Se mi chiedete del mistero del dolore non saprò rispondervi”. Perché si soffre? Perché Dio permette il dolore? “Bisogna guardare in alto, al cielo –dice il parroco durante l’omelia-, fare uno scarto e chiedere la serenità che solo Dio può dare alla famiglia Donzella”.

Umanità, fede e preghiera. Sono le tre parole chiave usate dal sacerdote. “Solo una mamma può capire il dolore di una mamma”. “Vero, vero”, grida dal banco della prima fila la mamma di Antonio: “Solo una mamma mi può capire”. “Ma Dio non permette la disperazione”, aggiunge Don Concetto. “Chiediamo, tutti insieme, con la nostra umanità, fede e preghiera la grazia della serenità per la mamma, il papà di Antonio, per le sorelle e tutta la sua famiglia”. “Ma chi era Antonio? Era un lavoratore. Un ragazzo che sapeva regalare una battuta spiritosa ai clienti del supermercato. Li aiutava a scegliere la cosa migliore per loro. Era un ragazzo servizievole. Era ricco di amici Antonio. Lo vediamo oggi, in questa chiesa, nel sagrato, così partecipato di giovani. Ognuno di noi è fatto per amare e per essere amato. Antonio ha amato, e oggi il suo amore è ricambiato qui”.

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