Allarme piccioni. L’Unsic di Modica: “Sono portatori di gravi malattie, anche per le persone”

I piccioni si moltiplicano di ora in ora ed il rischio per le persone e per gli animali e notevole. Sta assumendo proporzioni enormi il problema dei piccioni per le aziende agricole. La denuncia è del presidente dell’Unsic di Modica, Ignazio Abbate, che lancia l’allarme all’assessore provinciale al Territorio ed Ambiente, Mallia, al Capo dell’Ispettorato Agrario di Ragusa, Carpenzano, e all’Istituto Zooprofilattico dopo che il sovraffollamento di piccioni ha innescato un processo di “animalizzazione” dello strato urbano, a causa dell’inquinamento provocato dalle deiezioni, piume, uova, carcasse in putrefazione, oltre all’azione deturpante e corrosiva degli edifici monumentali ed al rischio ecologico che si poteva innescare con l’intervento clandestino del cittadino, che per allontanare questi animali ha usato prodotti veleni in modo arbitrario e rischioso per l’ambiente. “Tutte queste concause – spiega Abbate – hanno portato qualche anno fa i sindaci a prendere provvedimenti, con l’allontanamento coattivo dei piccioni dai centri urbani. In un territorio come quello modicano, formato da un centro urbano ed una campagna circostante densamente popolata e ricca di aziende agricole, è stata quasi una cosa matematica che i piccioni trovassero rifugio nelle aziende, occupando i fabbricati rurali e cibandosi del mangime zootecnico. L’animale, oltre a nidificare nel vecchio fabbricato, imbrattandolo, danneggiando ed esponendo l’area ad un rischio ecologico, per la sua sussistenza, trova cibo gratis nei depositi di granaglie e nelle corsie di alimentazione di bovini e suini, dove razzola e defeca”. Il presidente dell’Unsic chiede l’istituzione di un tavolo tecnico per stilare un progetto adeguato a risolvere la questione anche perché gli agricoltori vivono la preoccupazione per il proprio allevamento e per loro stessi poiché i piccioni oltre ad essere portatori di ectoparassiti e serbatoi di toxoplasma, contribuiscono in modo maggioritario alla diffusione di malattie tra i bovini di carattere zoo sonico(trasmissibile all’uomo), malattie causate da salmonella, clamidia(che provoca aborti)e campylobacter. “In merito a ciò – conclude Abbate – in altre regioni sono stati adottati provvedimenti per ridurre il numero di piccioni e per bonificare le zone infettate.

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