Avola (CGIL): apertura aeroporto di Comiso. Lettera aperta.

Il Segretario Generale della CGIL di Ragusa Giovanni Avola, scrive alle massime espressioni istituzionali iblee per evidenziare una preoccupazione e un’inquietudine che ritengo siano comuni se si ha la consapevolezza che alla firma del protocollo d’intesa, sul trasferimento del sedime dallo Stato alla Regione Sicilia, nulla più è successo per avviare a compimento l’inizio d’attività dell’aeroporto di Comiso.
Avola, registra un calo di tensione, con un fermo di iniziative, che caratterizza una fase confusa ed incerta dove ben si calano le dichiarazioni del rappresentante legale della SAC, ing. Gaetano Mancini “sarà aperto non prima dell’autunno del 2011” e qualche altra illazione giornalistica fa trapelare la primavera del 2012, nel mentre Agrigento reclama il suo aeroporto con tanto di approccio con il Ministro dei trasporti, Matteoli che, incontrando il Presidente di quella Provincia accompagnato dal Ministro Alfano, si impegna a valutare seriamente questa ipotesi. Come dire un aeroporto ogni centocinquanta chilometri… in Sicilia.
Se la vicenda dell’aeroporto di Comiso non fosse una cosa tremendamente serie sarebbe il caso di pensare, vista questa circostanza, che siamo alla tragicomica !
Sinceramente, continua ancora Avola della CGIL, non riesco a valutare quale iter amministrativo da compiere ci divide dal grande giorno ma mi appare evidente che l’apertura dell’aeroporto di Comiso deve continuare a rimanere centrale e prioritario nel dibattito politico di questo territorio per tutto quello che ciò sta ad indicare.
La CGIL destina a Voi un appello perché poniate in essere un’iniziativa capace di costruire un momento di forte aggregazione istituzionale da rendere partecipe alle forze datoriali e all’associazionismo di categoria per riavviare un consapevole movimento di opinione che possa superare ostacoli, tempi e fors’anche qualche cavillo burocratico.
Non vorremmo, conclude Avola, che dal silenzio e dal calo di tensione sull’argomento la questione, perché questa ancora rimane tale, possa essere emarginata o addirittura rimossa dall’agenda delle cose urgenti da fare.

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