Il Consorzio Avicolo Ibleo contesta il Piano Paesistco ed il Parco degli Iblei

L’assemblea del neo costituito Consorzio Avicolo Ibleo si ritiene fortemente preoccupata ed allarmata per l’andamento poco chiaro e dubbioso che sta assumendo la vicenda legata all’approvazione della Legge che istituisce il Parco degli Iblei e all’adozione “coatta” del Piano Paesaggistico, nei riguardi del nostro territorio Ibleo e delle attività produttive presenti e future. Lo ha scritto il presidente dell’organismo, Franco Savarino, nella lettera di presentazione al presidente della Regione, al Prefetto, ai parlamentari iblei, ai presidenti della Provincia e della Camera di Commercio, al sindaco di Modica e al sovrintendente ai Beni Culturali ed Ambientali. Una forte critica viene lanciata in direzione delle Istituzioni e della Politica, che hanno permesso di applicare tutti questi vincoli (oltre a quelli già esistenti) senza aver consentito a priori un momento di confronto, doveroso e rispettoso, verso chi vive in questo territorio ed in particolare nei riguardi delle imprese che vi lavorano, investono e producono. “Non può esserci sviluppo in un territorio – spiega Savarino – senza la necessità di dover modificare qualcosa dell’esistente. Un esempio su tutti, proviene dalla Comunità Europea che, già dai prossimi anni, impone alle aziende avicole: da un lato, di modificare gli attuali sistemi degli allevamenti avicoli (trasferendo gli animali dalla gabbia a terra), quindi, con la inevitabile conseguenza di aumenti di superficie dei capannoni esistenti; dall’altro, a livello territoriale, con l’attuazione del Piano Paesaggistico e/o Parco degli Iblei, invece si individua nelle zone rurali i primi destinatari dei vincoli di immodificabilità e di conservazione e tutela del paesaggio esistente”. Per Savarino occorre che la classe politica, senza pregiudizi, decida assieme al territorio interessato quale futuro economico e produttivo ritiene più giusto programmare e sviluppare per il bene di questa comunità Iblea. “Non si può pretendere di progredire economicamente – aggiunge – senza una concreta programmazione che sia riferita al tessuto produttivo e alla vocazione naturale del territorio stesso. Ci può anche stare una seria programmazione che possa prevedere un aumento di interesse per il settore del turismo nel nostro territorio, in relazione alle particolari ricchezze architettoniche, culturali ed ambientali che sono presenti. Questo però, non deve affatto disconoscere la nostra storia; fatta di testimonianze e tradizioni culturali antiche di una presenza forte di insediamenti produttivi agricoli in quasi tutto il comprensorio Modicano e Ragusano”.

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