Una domanda che sorge spontanea guardando il panorama politico di oggi, le contrapposizioni tra sindacati, tra giornali, forze sociali e poteri istituzionali è la seguente: ma cosa è di destra e cosa è di sinistra? Io ho la sensazione che in Italia è di destra tutto ciò che propone Berlusconi, è di sinistra tutto ciò che si oppone al capo del Governo. Se per un attimo operiamo un confronto tra i gruppi politici italiani e quelli che in altri paesi si definiscono tradizionalmente “progressisti” e “conservatori”, viene fuori una situazione un po’ surreale e paradossale.
I “progressisti” sono senz’altro i post- comunisti, che si chiamano anche riformisti perché hanno come obiettivo fare riforme, migliorare e modernizzare il sistema societario, mentre i “conservatori” vogliono lasciare le cose come stanno, hanno una sorta di idiosincrasia con i cambiamenti. Alla luce di queste due culture politiche cosa sta accadendo in Italia?
Bersani che è di sinistra, quindi riformista, sembra essere simile ai conservatori stranieri: quando si parla di ipotesi di toccare la Costituzione non si deve neanche entrare nel merito, perché la Costituzione è sacra e poi c’è il rischio che Berlusconi possa “stuprarla” per usare le parole di Di Pietro, come se mettere mano alla Costituzione fosse una operazione di ingegneria magica.
Berlusconi parla di federalismo, che sarebbe un tema da sinistra liberale, e Bersani, che è di sinistra, dice che il federalismo è una minaccia leghista e si oppone fermamente: Bersani sembra voler conservare quello che storicamente e teoricamente era il centralismo nazionalista di destra, mentre Berlusconi parla di riforma federale quasi che lo Stato centrale fosse di sinistra.
Sul tema della giustizia Berlusconi vuole che i processi non durino venti anni, e Bersani difende il processo lungo perché c’è il serio rischio che il Premier voglia risolvere i suoi problemi giudiziari. E così il progressista- riformatore di sinistra Bersani vuole che i processi restino lunghi, il conservatore di destra Berlusconi che diventino brevi. E ancora. Separare le carriere della magistratura inquirente da quella giudicante per garantire l’imparzialità del giudice nei processi così da bilanciare accusa e difesa, sembrerebbe una cosa di sinistra: in passato anche i radicali ed esponenti della sinistra fecero battaglie in tal senso. Ebbene Bersani e la sinistra non sono d’accordo al cambiamento e alle riforme, per cui la separazione delle carriere è diventata una cosa di destra perché Berlusconi fa solo leggi ad personam e ad aziendam.
Il presidente della Camera Fini, post fascista, oggi è diventato di sinistra e rinnega leggi da lui stesso votate e scritte, tipo la legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Casini ora è riformista ora è conservatore , ora è con la destra ora con la sinistra: il forno più appetibile è quello da cui tirar fuori qualcosa.
Se ci spostiamo nel mondo dell’informazione al peggio non c’è fondo. Santoro e Travaglio, ad esempio, quando nelle loro trasmissioni fanno ascoltare dichiarazioni di escort e mafiosi che parlano contro Berlusconi sono di sinistra, mentre diventano garantisti, cioè di destra, quando si occupano del caso dell’appartamento di Fini facendo capire che non si può certo dare credito ad un certo Ministro di Santa Lucia. Sono credibili la Addario e Spatuzza, non il Ministro di S.Lucia. Alzare una voce di protesta contro la perquisizione di un giornale sarebbe stata la cosa più di sinistra da fare: e invece la sinistra ha minimizzato il gesto, di sapore nazifascista, perché il quotidiano Il Giornale è di proprietà della famiglia Berlusconi. La sinistra con Prodi al Governo votò un decreto legge contro le intercettazioni, che però non si mutò in legge perché finì la legislatura, e adesso che Berlusconi vorrebbe approvare la legge sulle intercettazioni per tutelare la privacy Bersani si oppone perché quella del Premier è diventata una cosa di destra ed è stata battezzata “legge bavaglio”. La sinistra critica il linguaggio di Berlusconi e parla di ritorno alle regole dell’etica pubblica, ma se Santoro si prende la libertà di apostrofare il suo Dirigente con una “vaffa…” lo difende dicendo che questa è libertà di stampa; si perché c’è una libertà di stampa di destra e una di sinistra. Quella di destra è illegittima, quella di sinistra legittima. Se domani un dipendente pubblico o di un azienda privata dirà al proprio diretto superiore o datore di lavoro “vaff.. e quello vorrà sospenderlo, gli dirà: “guardi, io sono di sinistra”. Le trasmissioni di Santoro e Travaglio sono inchieste giornalistiche, espressione del diritto di cronaca, e nessuno dice che sono pilotate dalla sinistra, quelle de Il Giornale e del gruppo Mediaset sono “dossieraggi killer” perché sarebbero pilotate da Berlusconi. Di esempi se ne possono contare all’infinito, ma al momento mi fermo. Riprenderemo ancora l’argomento.
Insomma, in Italia non si riesce più a capire chi è progressista e riformatore, cioè di sinistra, e chi è conservatore, cioè di destra. La confusione è tanta che bisognerebbe trasformare in un plurale quanto è uscito dalla bocca di Santoro. Ma non voglio beccarmi una sospensione dalla proprietà di radiortm.it.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO di….. DIRETTORE. LA DESTRA E’ DI SINISTRA E LA SINISTRA E’ DI DESTRA: LA SITUAZIONE SURREALE DI UN PAESE ALLA RICERCA D’IDENTITA’
- Ottobre 15, 2010
- 9:08 pm
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