L’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Ragusa ha predisposto un documento con lo scopo di fornire il proprio contributo al dibattito sul piano paesaggistico, ritenuto uno strumento fondamentale per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio, anche in considerazione dell’importanza del mantenimento dello status di “patrimonio dell’umanità” assegnatoci dall’Unesco.
“Il piano paesaggistico regionale – è spiegato nel documento dell’Ordine – è uno strumento di legge che colma un vuoto normativo riguardante la tutela del territorio; non è pertanto un provvedimento facoltativo, bensì si configura come uno strumento obbligatorio e indispensabile per la valorizzazione del territorio e la regolamentazione dei processi di trasformazione in atto. Il piano è importante perché permette di avere una visione unitaria degli interventi possibili da attuare in tutto il territorio provinciale sopperendo al “caos normativo” e alla mancanza di programmazione amministrativa che ha generato, negli ultimi anni, speculazioni edilizie e consumo spropositato di risorse territoriali ambientali ed economiche, impedendo un adeguato sviluppo del territorio”.
“Le polemiche generatesi in questi mesi – continua il documento – sono frutto di una mancata conoscenza e sottovalutazione delle reali potenzialità dello strumento, il cui scopo principale è il mantenimento e il rafforzamento dell’identità e specificità del nostro territorio, e non la sua “ingessatura”. Il piano assegna al territorio ibleo tre gradi di tutela all’interno dei quali vengono individuate delle zone omogenee definite “Paesaggi locali”; ogni paesaggio locale viene normato tenendo conto delle sue peculiari caratteristiche paesaggistiche”.
“Il piano – è spiegato ancora dall’Ordine – rallenta e regola il processo di edificazione in zona agricola, consentendo: “la realizzazione di edifici in zona agricola da destinare ad attività a supporto dell’uso agricolo dei fondi nel rispetto del carattere insediativo rurale”; norma che non è in contrasto con la possibilità di edificare in zona agricola da parte di ogni cittadino anche se non imprenditore agricolo; questa prescrizione è valida per la maggior parte del territorio sottoposto a vincolo (zona di tutela 1 e 2) fatta eccezione per quelle aree già soggette a vincoli preesistenti”.
“Ancora, il piano regola l’inserimento e la costruzione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; nel livello di tutela 1 è possibile realizzare tali impianti basta che essi conseguano un miglioramento della qualità paesaggistico-ambientale tramite la realizzazione di aree boscate, fasce tampone e potenziamento rete ecologica con successiva realizzazione di adeguate fasce arboree. Nei livelli di tutela 2 e 3 si possono realizzare impianti destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati negli edifici esistenti. Sono inoltre previste delle aree denominate “di recupero”, area dei “Macconi” (Vittoria) lungo la fascia costiera, ove sono previsti interventi finalizzati alla riqualificazione, al recupero dei caratteri e dei valori paesaggistico ambientali e alla ricostruzione del paesaggio alterato. Sono inoltre consentiti interventi tesi a promuovere adeguate misure di mitigazione degli effetti negativi mediante uso di schermature utilizzando essenze arboree. Sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di restauro e ristrutturazione edilizie, nuove costruzioni compatibili con le destinazione d’uso e con i caratteri del paesaggio nelle aree costituite da aggregati edilizi, periferie o tessuti urbani con elevata criticità paesaggistico ambientale”. L’Ordine spiega: “Riteniamo che non sia più il tempo delle contrapposizioni, bensì quello delle proposte condivise per migliorare il piano stesso. In questo si auspica un serio confronto, volto ad approfondire il tema oggetto di intervento che può diventare il vero volano dello sviluppo locale, in quanto contenitore di azioni innovative volte al miglioramento delle condizioni sociali economiche ed ambientali. Il nostro Ordine si riserva di dare il proprio contributo per la formulazione di osservazioni”.