Falsità ideologica. Il Gip rigetta richiesta di archiviazione per 17 consiglieri comunali di Modica

Rigettata dal Gip del Tribunale di Modica, la richiesta di archiviazione avanzata dal Procuratore della Repubblica, Francesco Puleio, nei confronti di 17 consiglieri comunali, indagati nel mese di ottobre del 2009, dopo l’approvazione del bilancio di dell’anno precedente. Tutti, a questo punto, dovranno comparire davanti al Gup, Patricia Di Marco, il prossimo 9 dicembre. Si tratta di Diego Mandolfo, Paolo Garofalo(allora presidente della civica assise), Giancarlo Poidomani, Giovanni Spadaro(oggi assessore), Salvador Avola, Carmelo Scarso(oggi presidente del consiglio), Piero Covato, Carmelo Cerruto, Gaetano Cabibbo, Nino Cerruto, Vito D’Antona, Michele Mavilla, Giovanni Occhipinti, Leonardo Aurnia, Massimiliano Baglieri, Giovanni Giurdanella(oggi assessore) e Nino Frasca Caccia(oggi assessore). Nella sostanza si tratta dell’intero gruppo di maggioranza, anche se Baglieri non è più in carica a seguito dell’ingresso di Giorgio Zaccaria per decisione del Tar di Catania. L’ipotesi di reato è falsità ideologica continuata in concorso. Agli indagati è contestata, quali componenti del consiglio comunale di Modica dell’epoca, di avere votato ed approvato a maggioranza una delibera del 29 novembre 2008 quando fu esitato il punto riguardante il bilancio di previsione dello stesso anno senza prevedere l’iscrizione nel documento contabile delle somme necessarie per il pagamento degli arretrati contrattuali e degli adeguamenti degli stipendi in favore dei dipendenti comunali. Nella seduta consiliare in questione la minoranza non votò il punto. In sostanza la civica assise aveva approvato un atto senza inserire le somme riguardanti gli arretrati contrattuali del biennio 2006/2007 e del salario accessorio 2008/2009, somme che, secondo la Fp Cisl, dovevano essere stanziate in sede di assestamento del bilancio di previsione 2008. “L’attivazione di tale procedura – aveva denunciato Gianfranco Marino della Cisl – dev’essere letta anche come il preannuncio della volontà di ricorrere alle vie legali per la tutela dei propri diritti, qualora dovesse perdurare il ritardo nella corresponsione del dovuto”.

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