Treno Barocco. L’amarezza di un gruppo di modicani

Modica non è stata preparata ad accogliere i partecipanti all’iniziativa turistica “Treno Barocco”. Si sono lamentati soprattutto il gruppo di modicani che domenica scorsa avevano deciso di approfittare del viaggio turistico volto a promuovere la conoscenza del territorio barocco del Val di Noto e romanticamente percorso con un trenino che, partendo da Siracusa, si snoda attraverso un meraviglioso paesaggio toccando le città di Noto, Scicli, Ragusa Ibla e Modica (ultima tappa per i turisti di ritorno dalla bellissima Ibla). “Alle 7.45 (insieme ad altre comitive, in tutto siamo un gruppo di circa 136 persone) – spiega uno dei partecipanti – il treno è partito da Siracusa. Ho subito notato con stupore che non si trattava del mitico “Centoporte” trainato dalla “740” ma di un modernissimo diesel pulito e comodo, con servizi igienici degni di un albergo di lusso. Il viaggio è cominciato bene e giunti a Noto siamo stati accolti da due pullman di linea (seminuovi) che ci hanno portano davanti alla Porta Nazionale “già Porta Ferdinandea”, dove abbiamo trovato una simpatica guida che, scusandosi per la velocità con cui avremmo dovuto affrontare il percorso, visti i tempi obbligati dall’orario ferroviario, ci ha assistiti”. Fin quì tutto bene, dunque, d’altronde il fascino del viaggio in treno val bene il costo di qualche sacrificio. Dopo Noto è stata la volta di Scicli: accoglienza ancor più strepitosa, organizzazione perfetta. “Due pullman dell’Ast nuovi di zecca – dice il partecipante – pronti per accogliere anche disabili in carrozzella (con noi c’era una bambina diversamente abile), piena collaborazione dei Vigili Urbani (quasi tutte vigilesse professionali e cortesi); le guide, le uniche munite di microfono ed altoparlante su tutto il percorso, si sono dimostrate preparatissime e gentili, e pur dovendo lottare contro un tempo tiranno (sempre perchè il treno non aspetta) ci hanno dato uno scorcio di Scicli che rimarrà indelebile nei 136 turisti che hanno avuto la felice idea di partecipare all’iniziativa”. Il treno ha transitato per Modica, direzione Ibla. La tratta dalla stazione di Ragusa Superiore ad Ibla è stata fatta con altri due autobus urbani dell’Ast anche questi nuovi e funzionali. “Arriviamo alla Stazione di Modica nel primo pomeriggio e quì cominciano le note dolenti – aggiunge l’uomo -. Credetemi, non mi sono mai vergognato tanto in vita mia. Ad attenderci un solo autobus di linea privato (ha dovuto fare due viaggi per portarci in centro, di fronte a Palazzo San Domenico). Non era attrezzato per i disabili (ma a questo si potrebbe ancora porre rimedio).

Dentro non si poteva stare dalla puzza (molti hanno preferito fare il ritorno in stazione a piedi, compresa la famiglia con la bambina in carrozzella). Abbiamo avuto a malapena il tempo di dare una sbirciatina al Duomo di San Pietro e a Santa Maria di Betlemme e poi la grande corsa da Bonajuto e da Rizza (unici luoghi sponsorizzati in tutto il percorso dove il turista spende volentieri per le indubbie leccornie). Nessuno ad accoglierci, non una guida del luogo (abbiamo approfittato di quella di Ragusa che gentilmente ci ha preceduti in automobile), non un mezzo di trasporto degno di tale nome (veramente disgustato). Da modicano mi sono mortificato per l’accoglienza, o meglio per la “non accoglienza” e per l’evidente confronto con città che noi riteniamo meno importanti e certamente più piccole della nostra, ma che hanno capito cosa vuol dire turismo”.

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