Uil Ragusa: Che il sì alle perforazioni non sia confidenziale

“Che ben venga la disponibilità del Presidente Lombardo alla ripresa dei lavori di Tresauro, manifestata ai componenti del Mpa provinciale in un incontro privato”.
E’ la Uil di Ragusa a esprimersi in questi termini alla luce di alcune notizie stampa di questi giorni.
“Il Prefetto, dopo il sit in di protesta di giorno 24 settembre aveva preso l’impegno di interpellare il Governatore Lombardo riguardo ai problemi del blocco perforazioni Eni di contrada Tresauro e chiedere un incontro formale e non confidenziale come quello consumato Lunedì scorso a Catania –scrivono Giorgio Bandiera e Giuseppe Scarpata-. Attendiamo ancora la convocazione da parte del Presidente della Regione anche perché le notizie in nostro possesso sulla ripresa dei lavori a Tresauro e sul rapporto Eni- Regione Siciliana non confortano gli entusiasmi di stampa degli ultimi giorni.
La regione ha bloccato i lavori di ricostruzione della mantellata a protezione della Diga Foranea del porto industriale di Gela dopo che l’Eni si era impegnata nella ricostruzione a proprie spese. La diga di proprietà della Regione Siciliana, affidata in concessione alla Raffineria di Gela, dopo la grande mareggiata del dicembre 2004 fu dichiarata inagibile. Si attendeva la ricostruzione per dare un po’ di respiro all’economia del petrolchimico gelese, con un investimento consolidato di circa 35 milioni di euro, definito da un nulla di fatto. Così come per i pozzi di contrada Tresauro i cui lavori sono stati bloccati in autotutela, in virtù dell’adozione del piano paesistico, da un provvedimento ad hoc da parte del Governatore. Provvedimento che a oggi non è stato revocato, anzi è stato ancor di più rinsaldato da argomentazioni invalidanti che con il pretestuoso vizio di forma della presentazione iniziale della documentazione da parte di Eni non hanno nulla a che vedere.
Invitiamo pertanto il Presidente Lombardo a convocare le parti sociali, da subito, riservandoci sin d’adesso, assieme a Cgil e Cisl, di scendere ancora una volta in campo con azioni clamorose e di protesta”.

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