Modica. L’Unsic presenta le sue osservazioni sul Piano Paesaggistico della Provincia di Ragusa

Il Piano Paesaggistico adottato lo scorso 10 agosto non ha letto la presenza già radicata da alcuni decenni nel territorio ibleo di un’ agricoltura innovativa e fiorente con realtà di aziende che sono passate da un’ attività agricola tradizionale ad una gestione aziendale organizzata e innovativa partendo dal serricoltore che, per competere con le altre realtà del sistema mondiale, ha dovuto e si sta industriando per realizzare una sempre più elevata superficie di serre tecnologicamente avanzate e puntando sempre più ad un prodotto con marchio di qualità, in quanto solo in questa terra si può produrre un ortaggio con particolari proprietà organolettiche che fanno la differenza nel mercato. La Provincia di Ragusa si è distinta da circa mezzo secolo per la produzione orticola e floricola in serra. Limitare e negare la realizzazione di serre ( che non sono agroindustria) nella zona in cui non esistevano vincoli ed ora il piano li impone, significa togliere lavoro a centinaia di famiglie. Su questo si fondano le osservazioni preparate dall’Unsic, l’organizzazione sindacale di categoria che li metterà a disposizione dei 12 comuni iblei. “Quando lo abbiamo visionato – spiega Ignazio Abbate, presidente dell’Unsic di Modica – non riuscivamo a capire questo lavoro. In esso si sconoscono, ad esempio su Modica, le tavole B e C che riguardano Quartarella, Zappulla, Frigintini, Cannizzara, San Giuliano. Sono sconosciute le presenze aziendali in tutta la provincia colpendo circa il 70% di esse”. L’organizzazione ha svolto un lavoro attraverso il quale ha provveduto ad eliminare tutte le zone con i nuovi vincoli(indicate con il verde)riodinando i vincoli esistenti al 10 agosto. “Tutto ciò che risulta vietato è in netto contrasto con il PSR – aggiunge Abbate – non potendo l’agricoltore della provincia di Ragusa partecipare alla Misure previste nei vari assi in cui è strutturato il PSR per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tutto ciò vuol dire la morte dell’agricoltura ragusana cioè di tutto l’indotto creato cioè di “tutta” l’economia ragusana. Se le nostre osservazioni saranno disattese non ci fermeremo. Adiremo ogni strada per non vedere danneggiato il territorio ragusano e quello di Modica che risulta “macellato” da vincoli smisurati”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa