L’on. Ammatuna sulla crisi del settore edile: “bisogna organizzare, a breve, un incontro a breve fra gli stati generali dell’edilizia della provincia di Ragusa ed il governatore Lombardo. Lo strumento da privilegiare è l’accordo di programma”.

I numeri della crisi nel settore edile in Sicilia ed in provincia di Ragusa fanno paura. Gli appalti pubblici nell’Isola hanno fatto registrare un calo, negli ultimi quattro anni, del 70% per gli importi e del 65% per numero di gare. La provincia di Ragusa non è da meno, anche se i dati sulla richiesta di cassa integrazione nell’edilizia appaiono ad una lettura superficiale in controtendenza rispetto al dato nazionale. Di fatto, afferma l’onorevole Roberto Ammatuna, la minore richiesta di ore di cassa integrazione nel comparto edile è figlia di tante chiusure di attività. Per questi motivi intendo riproporre quanto ho già sostenuto in passato, senza voler assumere il tono del primo della classe, per concorrere a trovare una via d’uscita alla crisi del settore. Una grande occasione da sfruttare potrebbe l’utilizzo dei Fondi strutturali europei. In passato si è fatto un ricorso esclusivo al meccanismo del bando per poter accedere a questi Fondi, di cui certamente va velocizzato l’iter per dare risposte celeri alle imprese. Una via mai utilizzata, in aggiunta ai bandi, per poter fruire dei fondi strutturali europei è quella degli accordi di programma, che potrebbero far fare il grande salto al territorio. Questi ultimi possiedono gli indubbi vantaggi di avere una visione complessiva dello sviluppo del territorio e di evitare l’onere di formulare graduatorie che, inevitabilmente, comportano perdite di tempo in fase di redazione ed inoltre danno adito a ricorsi che si prolungano per anni. La scelta del passato, prosegue Ammatuna, di privilegiare esclusivamente i bandi, ha portato ad un proliferare di iniziative singole in assenza di un’ottica di sistema, con decine di migliaia di interventi a pioggia che non hanno garantito quel salto di qualità che, invece, sono riuscite a fare altre regioni Obiettivo 1, come Spagna e Portogallo, che hanno utilizzato l’accordo di programma. L’ipotesi di fare un ricorso maggiore agli accordi di programma fra Regione, enti pubblici territoriali e partenariato sociale ed imprenditoriale offre la possibilità, a monte, di selezionare opportunamente gli interventi infrastrutturali, amalgamandoli sinergicamente in un’ottica comprensoriale, con l’indubbio vantaggio di coinvolgere in maniera diretta i territori. La provincia di Ragusa, forse l’unica in tutto il meridione d’Italia, ha già redatto nel 2005 un piano di utilizzo dei fondi ex Insicem – ammontanti a circa 58 milioni di euro – e lo ha inserito in un progetto complessivo di sviluppo territoriale di circa 270 milioni di euro, approvato con consenso unanime dal tavolo di concertazione provinciale, successivamente proposto alla precedente Giunta di governo regionale e da questa approvato con formale atto deliberativo. Tutto ciò potrebbe rappresentare il presupposto ideale per un accordo di programma, finalizzato all’ottenimento degli interventi europei, che veda come partners lo Stato, la Regione Sicilia, la Provincia Regionale di Ragusa, i comuni interessati e le forze sociali ed imprenditoriali del territorio. Ragusa è forse l’unica provincia del meridione che ha finanziamenti suoi e un programma condiviso, quindi un accordo di programma può partire subito con il coofinanziamento di Stato e Regione. L’onorevole Ammatuna ha già lanciato questa idea in passato ed intendo riproporla, ribadendo anche la mia disponibilità ad organizzare un incontro a breve fra gli stati generali dell’edilizia della provincia di Ragusa ed il governatore Lombardo. Ogni uomo politico ha l’esigenza, imprescindibile per ottenere risultati, di lavorare sinergicamente con le forze istituzionali e produttive del territorio. Solo dagli stimoli comuni, dall’incalzare reciproco fra le due parti si trae linfa per raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa