La Corte Costituzionale dice si ai due quesiti referendari sull’acqua

La Corte costituzionale nella giornata del 26 gennaio 2011 ha depositato le sentenze con cui motiva le dichiarazioni di ammissibilità dei due quesiti referendari sull’acqua depositati dal Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. La Corte definisce che l’abrogazione di tale provvedimento avrà come diretta conseguenza l’applicabilità immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria la quale prevede la possibilità di gestione pubblica dei servizi pubblici locali.

Ricordiamo che la maggioranza parlamentare (PDL – Lega) ha approvato la legge 20 novembre 2009, n.166, con la quale il Servizio Idrico viene riconosciuto servizio a rilevanza economica e quindi deve essere gestito totalmente dai privati o in regime misto con il 40% almeno affidato ai privati. In quell’occasione l’on. NINO MINARDO, invece di recepire le istanze che venivano dal territorio e dal Consiglio Comunale, che chiedevano la non approvazione di questa deleteria legge, ha preferito seguire la sua maggioranza e votare a favore della privatizzazione dell’acqua. E poichè al peggio sembra ormai non esserci limite, la norma consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Con il referendum si chiede di abrogare la privatizzazione imposta del servizio idrico, demandando ai comuni la possibilità della gestione pubblica e diretta dei servizi pubblici locali, e di non lucrare sulla gestione del servizio idrico, cioè LA TARIFFA NON PUò COMPRENDERE LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO DAI PRIVATI. Ovviamente occorre una grande mobilitazione perchè si raggiunga il quorum dei votanti e perchè, ovviamente, VINCANO I SI. “Riteniamo – dice il consigliere comunale di Una Nuova Prospettiva di Modica, Nino Cerruto – che non sarà dato tanto spazio nei mezzi di informazione a questo referendum, per cui diventa ancora più importante che ciascuno di noi faccia la propria parte informandosi ed informando. Una commissione, appositamente istituita in seno all’Assemblea Regionale Siciliana, sta esaminando i disegni di legge che mirano a ripubblicizzare l’acqua in Sicilia e ci è giunta notizia che si stanno muovendo poteri forti con lo scopo di far insabbiare l’iter legislativo della ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) in Sicilia. Segno questo che l’acqua è “molto appetibile”.

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