Quando Gianfranco Fini ruppe con il PDL, su di lui e il suo nuovo movimento si posero i riflettori di molti: filosofi, scrittori, giornalisti, politici, cantanti e intellettuali. Se Eugenio Scalfari disse che “una destra come quella tratteggiata da Fini sarà un importante passo avanti per la fine del berlusconismo, il filosofo Massimo Cacciari definì Fini “un uomo di destra senza essere demagogico”. Se la cantante Fiorella Mannoia non mancò di dire “Fini, la prego, ci aiuti. Formi un partito di gente onesta, restituisca dignità al paese e da sinistra le daremo il benvenuto”, lo scrittore e critico letterario Alberto Asor Rosa affermò che “mettere fine seriamente all’era berlusconiana dipende innanzi tutto dalle scelte parlamentari del partito finiano”.
Stando a quando sta accadendo in seno a “Futuro e libertà”, tutte queste voci profetiche sono state pienamente smentite. Fini, l’uomo nato nella destra fascista, poi sdoganatosi a Fiuggi, quindi entrato nel PDL e divenuto improvvisamente l’uomo simbolo della “riscossa morale dell’Italia”, è rimasto solo. E mentre con pochi gerarchi fedelissimi decide di fare l’occhiolino alla sinistra e nomina i suoi colonnelli, scoppia il putiferio. Domanda: ma FLI non doveva essere diverso dal PDL? Strano! Fini esce dal PDL perché non accetta la logica padronale di Berlusconi e appena fonda il suo movimento fa esattamente come il Premier: nomina, come in un sistema feudale e baronale, chi deve comandare. Sceglie Bocchino e dà il benservito a Viespoli e Urso. Altro che democrazia! E comincia l’esodo. Dai quotidiani nazionali si apprende che dopo Silvano Moffa e Giuseppe Menardi se ne va l’ex tesoriere di AN, Francesco Pontone, se ne escono anche Guzzanti e Rosso e altri sette senatori su nove cominciano a riflettere. Perfino lo stesso Adolfo Urso pensa di fare le valigie. Quello di “Futuro e libertà” sembra destinato ad essere un “futuro senza futuro”. Molti dei fuoriusciti da FLI forse si saranno detti:avevamo lasciato il PDL per non essere sudditi di un padrone e ce ne troviamo di fronte un altro. Fini, ai loro occhi, non si è mostrato credibile, perché qualche mese fa a Mirabello aveva detto riferendosi al PDL: “Qualche colonnello ha cambiato generale ed è forse già pronto a cambiarlo di nuovo”… “Non ci può essere diritto di lesa maestà perché non c’é un popolo di sudditi”… Ogni volta che si esprime una critica ci si sente accusati di lesa maestà: non c’é un popolo di sudditi, ma di cittadini che vogliono partecipare attivamente”. Dunque quelli che hanno attaccato e lasciato Fini hanno peccato di lesa maestà? Per essere andati via sicuramente sì! Gli amici stessi di Fini hanno capito che la vera causa della rottura con il PDL non erano i problemi del Paese, ma il bisogno di una vendetta personale di Fini e lo hanno lasciato perché non vogliono essere utilizzati a questo scopo. Fini cercava più spazio, non voleva rinunciare al ruolo politico che l’incarico di Presidente della Camera gli ha oggettivamente precluso. Ma egli si è servito e si sta ancora servendo del suo ruolo istituzionale per fare politica .
Non gli è andato bene nulla dell’azione del Governo, ha preso le distanze da ogni sua iniziativa, ha fatto perfino sponda al centro-sinistra che lo ha addirittura invitato ad una alleanza, ha trovato qualsiasi spunto pur di provocare e attaccare Berlusconi. Come è nato in fretta il PDL, è nato in fretta anche Futuro e libertà. E quando una realtà nasce in fretta verticisticamente, senza radicamenti reali nel territorio, senza un progetto che non sia demagogico, il futuro non può che essere incerto e inquieto.
Lo scontro non è più politico, non è più sui problemi del Paese, ma sulla moralità come strumento di vendetta. E siccome la moralità non fa sconti a nessuno, né a destra né al centro né a sinistra, la parola deve tornare necessariamente agli italiani: saranno loro a dire, con il voto, che idea si sono fatta degli scandali del Parlamento italiano: da quello sessuale del Premier all’appartamento di Fini, dai finanziamenti a suocere e parenti di deputati e senatori alle compravendite di parlamentari che da destra sono andati a sinistra e che da sinistra sono andati a destra. Attendiamo un nuovo futuro!
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO………………………….. DI DIRETTORE. IL FUTURO SENZA FUTURO DI “FUTURO E LIBERTA’
- Febbraio 19, 2011
- 10:40 am
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