Coloro che leggono le mie osservazioni, che ringrazio per il fatto di farlo, spesso non riescono a liberarsi, nonostante il sottoscritto si sforzi di dare un leale, oggettivo e trasparente contributo alla riflessione sui temi più caldi del nostro Paese, dallo schematismo mentale del quale, forse incosciamente, ognuno di noi può risultare preda. Che io abbia idee politiche vicino al cattolicesimo popolare questo è risaputo; che da oltre 30 anni mi sia ispirato ai valori della democrazia cristiana anche questo è noto, e che abbia avuto anche militanza in schieramenti di centrodestra è pure cristallino. Quel che non capisco sono affermazioni come quelle che ho letto a proposito della mia osservazione sul “caso Libia”. Alcuni commentatori hanno infatti scritto: “Il modo come esprime le sue idee fanno propendere per una pallida difesa di un centrodestra decadente e privo di contenuti”; “Non è che il direttore … ci prova a difendere L’INDIFENDIBILE?”; “Il nostro direttore, tendenzialmente democristiano dell’antica ora e molto incline quindi a difendere la maggioranza che ci governa”. Sono assolutamente rispettoso dei lettori e delle loro critiche, ma invito tutti a non perdere di vista la prospettiva complessiva di ogni mia osservazione, evitando di fermarsi su particolari che possono portare fuori strada. Mi chiedo: che c’entra la “difesa” del centrodestra con le vicende della Libia? E,poi, per quale motivo il sottoscritto dovrebbe ergersi a difensore del centrodestra? Ci sono dei motivi per cui dovrebbe farlo? In un quotidiano on line come quello di RTM e in un radio giornale che mi onoro di dirigere, dove a tutti,di qualsiasi schieramento, viene dato spazio, riportando , in alcuni casi, notizie e commenti anche per intero evitando tagli redazionali, mi sembra un po’ ingrato e fuori luogo parlare di “difesa”. Il mio decalogo giornalistico l’ho anche reso noto su questo quotidiano, quindi non ci sono difese né accuse, ma solo osservazioni libere e guidate dal desiderio di fare riflessioni a voce alta che approdano sulla pagina tenendo conto di quella distinzione che fa il grande Padre della linguistica che si chiama De Soussure, il quale distingue tra “lingua”, “linguaggio” e “parola”. Se la lingua come sistema di espressione del pensiero mediante segni ha le sue regole grammaticali, lessicali, sintattiche, che chiaramente non si possono modificare e travisare, diverso è il linguaggio, che è, invece, l’uso che si fa di una certa lingua: il linguaggio delle mie osservazioni potrà pur essere allusivo, insinuante, ironico, provocatorio, sarcastico, laudativo, metaforico, sospettoso, etc..,ma mai credo possa essere letto come “difesa” di qualcuno o di qualcosa. Nel mio linguaggio ognuno è legittimamente libero di vedere, leggere “altro” o “difese d’ufficio” rispetto a ciò che esso esprime, ma questo attiene alla libertà di chi commenta. Se, infine, consideriamo la “parola”, che è il linguaggio detto in una situazione concreta e in un contesto specifico, allora credo che le parole non sono mai neutre. La parola “difesa” è sempre riferibile ad un contesto: ad un attacco corrisponde una difesa. Le mie osservazioni sui temi di politica nazionale non hanno né da attaccare né da difendere alcunché o alcuno; tentano di difendere, questo sì, ciò che è oggettivo in sé, al di la della mia opinione e visione politica. Nel “caso Libia” l’ oggettivo sono i morti, gli sbarchi, le politiche estere da ripensare da parte di maggioranza e opposizione, tutto il resto, almeno per me, è secondario. L’arte della difesa è praticata da chi crede di possedere verità, da chi pensa di essere sempre nel bene e nel giusto, da chi vede sempre la pagliuzza nell’occhio dell’altro senza guardare mai la trave che è nel proprio. Ognuno è libero di scrivere che questo “ direttore ci prova a difendere l’indefendibile”, ma credo che sia completamente fuori strada. L’impressione, poi, non è un fatto, ma una percezione estremamente soggettiva. Il sottoscritto non può ergersi a difesa di alcun schieramento perché non possiede la verità, né mai potrebbe difendere l’indefendibile, perché solo uno sciocco può difendere l’indefendibile. Se a questa testata on line si possono fare rilievi di questo genere, non so quali rilievi si dovrebbero fare a tanti altri media nazionali sia pubblici che privati.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… di DIRETTORE. I COMMENTI CRITICI SUL “CASO LIBIA” E “LA DIFESA DELL’INDEFENDIBILE”
- Marzo 1, 2011
- 7:48 am
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