Condanna per lo sciclitano Luca Timperanza: per lui “lavori forzati”

Ai  “lavori forzati”. Sembra questa la volontà del giudice  monocratico del Tribunale di Modica, Anton Giulio Maggiore, nei confronti del pregiudicato sciclitano Luca Timperanza, accusato di minacce aggravate, reato che il magistrato ha derubricato in minacce semplici. In altri tempi, infatti, si sarebbe parlato di “lavori forzati” visto che la sentenza emessa nei confronti dell’uomo è stata di condanna a 1550 euro di multa e un anno di lavori di pubblica utilità presso un ente. Timperanza, difeso dall’avvocato Pino Pitrolo, in atto detenuto a seguito della condanna a ventisei anni di reclusione per il processo “Fire Fox”, nel 2007 non avrebbe gradito le rimostranze di un suo concittadino quando si era fermato con la propria autovettura al centro della strada, in Piazza Busacca, bloccando di fatto la circolazione, per parlare con un amico. Infastidito da richiamo acustico di chi lo seguiva, sarebbe sceso dall’auto e per tre volte consecutive lo avrebbe colpito in faccia con i pugni. Si sarebbe poi allontanato ma, non contento, secondo quanto ha raccontato la parte offesa, era ritornato sfondando il finestrino dal lato passeggero della Fiat Uno della vittima. Inoltre lo avrebbe ripetutamente ingiuriato. La vicenda finì all’attenzione dei carabinieri anche perchè Timperanza era sottoposto a sorveglianza speciale. Il pubblico ministero, Veronica Di Grandi, aveva chiesto la condanna a sei mesi e dieci giorni di reclusione.

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