L’OTTO MARZO, FESTA DELLA DONNA. La riflessione di Giombattista Ballarò

La donna, esemplare unico del genere umano per le caratteristiche che la natura le ha voluto concedere, meriterebbe molto più d’un giorno all’anno di celebrazione, tuttavia per forme di degenerazione sempre più evidenti di uomini che sarebbe più giusto definire bestie, per concezioni medioevali d’un certo ceto sociale, per una cultura che al riguardo appare spesso preistorica, questa festa mi appare sempre più retorica ed appaltata da certa politica. Sino a quando ciascuno di noi, la politica, le Istituzioni, non mostreranno ogni giorno dell’anno che la donna, realmente venga considerata alla pari dell’uomo, nella politica,ma non con la creazione del ministero per le pari opportunità, perché già la sua esistenza dichiara ch’esiste un problema di diversa opportunità, fino al giorno in cui la donna, i suoi favori, verranno da qualcuno considerati merce di scambio per un posto di prestigio o una carica non attribuita secondo merito, la festa della donna, ricordata con tanta enfasi, rimane un’autentica pagliacciata o un evento meramente consumistico. Il rispetto della donna, deve, se ci riteniamo un Paese civile, scaturire da una maturità culturale che la ponga davvero sullo stesso piano degli uomini, non solo a parole. Se questo Paese non vuole essere ipocrita, cominci con il consentire alle donne che vogliono accedere in politica, le stesse opportunità dei maschi, non con l’stituzione delle quote rosa come gentile concessione, ma perché sia unanime la convinzione che esse non hanno nulla di meno dei maschi. Si condannino quelle bestie che ancora qualcuno chiama uomini, con condanne esemplari e metodi che facciano passare la smania di abusare di persone che rovinano per la vita. Se mostreremo questa capacità culturale, se saremo capaci di combattere certi delitti ,allora sarà il momento di celebrare con un giorno di festa la figura della donna.

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