L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. L’AGGRESSIONE ALL’OSPEDALE MAGGIORE DI MODICA E LA TEORIA DELLA VIOLENZA “GIUSTA”

Il clima di tensione e i fatti di violenza che stanno caratterizzando lo scenario internazionale (pensiamo al caso Libia, ai fatti di Egitto,etc,,), non possono non tormentare le nostre coscienze di uomini , né non indurci ad una riflessione su quella realtà tragica che è costituita dalla violenza e dalla guerra e che minaccia il valore desiderato da tutti ma non facilmente raggiungibile, che è appunto la pace e la giusta convivenza civile.
E non parlo solo della violenza delle armi, ma anche di quella verbale, psicologica, politica, delle immagini, di quella che usano anche alcuni cittadini quando scrivono i loro commenti sul blog, arrivando anche a poterne dare una giustificazione. La violenza non ammette “se” né “ma”. E’ inaccettabile e basta. Potrebbe anche accadere che coloro che la fanno e quelli che la subiscono trovino in se stessi le ragioni per sostenere le loro verità e giustificazioni, ma la violenza è un atto che deturpa vergognosamente la dignità dell’uomo. Eraclito, già 25 secoli prima di Saddam Hussein e di Gheddafi, diceva che la guerra e la violenza sono la “madre di tutte le cose”. E purtroppo continuano ad esserlo. Alcuni commentatori della notizia dell’aggressione del vice direttore dell’Ospedale Maggiore di Modica, hanno manifestato diversità di posizioni, come se fosse ipotizzabile una “violenza giusta”. Io credo che non bisogna mai perdere la consapevolezza che la violenza è sempre, in qualunque caso, una azione negativa, né può costituire, anche come ultimo ed estremo rimedio, uno strumento idoneo a risolvere i problemi.
Noto che esistono cittadini che sembrano condividere la teoria della “violenza giusta”, teoria che il clima infuocato che l’Italia sta vivendo, a seguito anche dello scontro tra schieramenti politici, stampa e TV, politica e magistratura, sta contagiando parecchi, fino a indurli a legittimare anche la violenza delle piazze, delle parole, delle aggressioni, dei media e del gossip.
Giovanni XXIII nella sua enciclica Pacem in terris, parlando della guerra sottolineava, in maniera chiara, che “è del tutto irragionevole (alienum est a ratione )pensare che la guerra possa essere un mezzo idoneo a risarcire i diritti violati”(n.43). Parole sante che, se applicate al caso dell’Ospedale Maggiore di Modica, ci inducono a dire che il diritto dell’anziano ispicese di avere una sedia per aspettare il suo turno, non è stato sicuramente risarcito con l’aggressione del vice direttore del nosocomio. E ancora, il diritto della Libia ad avere una società democratica, non può essere risarcito con una attacco bellico; il diritto ad avere giustizia non può essere risarcito facendo violenza o eliminando coloro che sono, direttamente o indirettamente, causa di ingiustizie. Forse qualcuno si domanderà come possa essere possibile , oggi, assumere un atteggiamento non violento, considerato che viviamo in una società in cui ha la meglio il furbo, chi cerca di mescolare le carte per rimanere a galla, chi tende a dominare le situazioni della vita. Io credo che occorre essere nei rapporti sociali più moderati e miti. La mitezza non significa vigliaccheria, chiudere gli occhi sulle ingiustizie degli uomini, sulle sopraffazioni, sulle violenze che vengono perpetrate nella società; è mite colui che è cosciente di sé e che ha dentro la forza della ragione, e per chi è credente dell’amore, da non aver bisogno di ricorrere alla violenza per cambiare le cose e per lottare a favore della giustizia. «I forti sono miti», diceva il filosofo Platone, perché non si lasciano sopraffare dal male, e sono consapevoli che, per combattere le ingiustizie, non è necessario il ricorso alla forza ma al coraggio di agire apertamente e di parlare con franchezza, dando con serenità le ragioni delle proprie idee e delle proprie rivendicazioni.

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