Alcuni giorni prima che uscisse il testo della Riforma della giustizia approvato dal Consiglio dei ministri, il segretario del PD Bersani ha fatto un dichiarazione sorprendente: “Questa riforma contiene elementi inaccettabili finalizzati a dare copertura sul piano politico generale e costituzionale al bricolage domestico dell’aggiustamento delle leggi ad personam”. Ma come ha fatto Bersani a dare questo giudizio senza aver letto nemmeno le carte? Se il dato di partenza è che il Governo Berlusconi è il male in tutto e per tutto e che e ogni cosa che fa è aprioristicamente sbagliata, io credo non si faccia altro che alimentare un dissenso fine a stesso.
Se parliamo di Ruby è possibile dire tutto e il contrario di tutto e farsi influenzare come piace, ma quando ci troviamo di fronte ad un testo scritto, che ogni cittadino può leggere, non si può fare ideologia o demagogia, perché una persona onesta intellettualmente lo legge e può rendersi conto da sé senza bisogno di essere un costituzionalista o un giurista. E’ quel che cercherò di fare, in diverse puntate, nella mia osservazione dal basso, partendo proprio dal testo della riforma della giustizia su cui si discute.
E vorrei cominciare con la responsabilità civile dei giudici. Nel testo della Riforma si legge che i magistrati sono “direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione dei diritti, al pari degli altri funzionari e dipendenti dello Stato”. Si aggiunge poi che “nei casi di ingiusta detenzione o di altra indebita limitazione della libertà personale, la legge regola la responsabilità civile dei magistrati”. Ma cosa c’è di “ad personam” in questo articolo che dovrebbe aggiungersi all’art.113 della costituzione? E come si spiega che quando Berlusconi non esisteva, già gli italiani l’8 novembre del 1987, a seguito di un referendum proposto dal partito radicale di Pannella, si espressero a favore della responsabilità civile dei giudici? Forse ai vari Bersani, Di Pietro, Casini, Fini bisogna rinfrescare la memoria: 20.770.334 (80%)validi a favore della introduzione della responsabilità civile del giudice; voti contrari 5.126021(19%); bianche e nulle 3.969864. Dopo , però, come accade spesso in Italia, tutto venne abortito. Dunque, Premier diavolo o meno, gli italiani hanno da molto tempo le idee chiare.
A questo punto introdurre la responsabilità civile dei giudici è a favore di Berlusconi o dei cittadini? Io credo dei cittadini. Appare infatti quanto mai discriminate che se in Italia sbaglia un medico, un ingegnere, un professionista in genere, deve pagare per l’errore commesso, se sbaglia un giudice, che può aver condannato ingiu-stamente una persona, per lui non succede nulla. E’ lo Stato infatti che si accolla le spese, cioè i cittadini. Ma il giudice è un privilegiato? Un supercittadino? Perché nel sistema giudiziario spagnolo è possibile, secondo la Legge nr. 6/1998, che al giudice vengano imputate le responsabilità di errori, tant’è che giudici e magistrati ricorrono a contratti di assicurazione a titolo personale per tutelarsi, ed in Italia questo non deve potere essere possibile, visto che la Costituzione repubblicana, all’articolo 28, stabilisce che i funzionari dello Stato debbano rispondere anche civilmente “degli atti compiuti in violazione della legge”? La Corte Costituzionale ha ripetutamente affermato che questo articolo della Costituzione riguarda anche i magistrati.
Si potrebbe obiettare che introdurre la responsabilità civile del giudice potrebbe pregiudicare la sua indipendenza in quanto ad un dato momento potrebbe costituire un fattore di pressione su di lui , che potrebbe influenzare negativamente le sue soluzioni,derivanti dal bisogno di non diventare responsabile di eventuali errori.
L’introduzione della responsabilità civile dei giudici, a mio giudizio e non solo,non intacca minimamente l’indipendenza del potere giudiziario dal potere politico, perché è stabilita dalla Costituzione e dalla legge, è assicurata dall’autogoverno della magistratura. Le nomine, le promozioni, i trasferimenti, i provvedimenti disciplinari sono infatti poteri del Consiglio Superiore della Magistratura. Nessuno di questi poteri è messo in discussione, credo, dal disegno di Riforma. Affermare che la responsabilità civile del magistrato limiterebbe la sua indipendenza è falso. Equivale ad affermare che un magistrato, per essere indipendente, deve essere irresponsabile. C’è chi dice: è sufficiente la responsabilità disciplinare.
In realtà la responsabilità disciplinare esiste da trent’anni. Ma ad essa il Consiglio Superiore della Magistratura non ha fatto ricorso quasi mai. Se sarà introdotto il principio della responsabilità civile del magistrato, funzionerà meglio anche la responsabilità disciplinare. Altrimenti si affermerà soltanto un principio di irresponsabilità. Io credo che noi cittadini non dobbiamo farci condizionare dalle letture ideologiche o strumentali e dobbiamo renderci conto direttamente delle cose che ci riguardano e alla fine dare il nostro parere autonomamente. A me, cari lettori, questo punto della Riforma pare, onestamente, corretto e condivisibile!
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: COSA CAMBIA? Un analisi del testo per evitare demagogie politiche. Partiamo da un primo aspetto:la responsabilità civile dei giudici/1
- Marzo 12, 2011
- 1:44 am
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