MODICA. IL CAFFE’ LETTERARIO QUASIMODO PRESENTA IL ROMANZO SHIRA DELLA GIORNALISTA VALENTINA RAFFA

Dopo il debutto romano avvenuto il 22 dicembre scorso, l’opera prima della giornalista Valentina Raffa, Shira. L’angelo nero, Sacco editore, sarà presentata a Modica, al palazzo della Cultura, mercoledì 16 marzo, alle 17.30. Una serata all’insegna della cultura, inserita nell’ambito degli incontri organizzati dal Caffè letterario Quasimodo, che vedrà armonizzarsi critica letteraria, musica e teatro. Sarà Domenico Pisana, presidente del Caffè letterario Quasimodo, ad introdurre l’opera, le cui tematiche di fondo saranno illustrate dal giornalista e saggista Mario Bonanno, che ha curato la prefazione. Al tavolo dei relatori Angelo Di Natale, giornalista Rai, che interverrà sull’opera e intervisterà l’autrice. Ad allietare la serata il M° Sergio Carrubba e gli attori Fatima Palazzolo e Marcello Sarta, della compagnia del Piccolo teatro di Modica, che interpreteranno brani scelti dell’opera.
“Un romanzo in cui niente ci viene risparmiato – dice Mario Bonanno -. Né la crudeltà dei tanti devoti al male per il male, né la frattura intrapsichica (e la liaison dangereuse) che accomuna i due eroi “positivi”, Shira e Dan. Stazionanti sul confine ambiguo che separa salvezza e perdizione. Shira. L’angelo nero è un romanzo che, fosco e cupissimo, filosofico e di denuncia al contempo, potremmo definire il primo “fantasy siciliano”. Dal fantasy, infatti, mutua l’approccio dicotomico alla realtà (Bene/Male come antinomie assolute e immanenti), l’impronta romantico-dark dei protagonisti, come ancora fantasy sono alcune situazioni topiche del romanzo, la toponomastica, traslazione di una Sicilia che-non-c’è, smarginata e “fantastica”, se pur riconoscibile nelle aperte campagne, nei nomi e nei nomignoli dei personaggi, nei casolari-ritrovo dei notabili del luogo. L’autrice attinge da suggestioni gotico-romantiche, quindi spiazza con un guizzo di scrittura post-moderna, un inglesismo, un lampo improvviso, un richiamo all’attualità, conferendo al racconto un tratto suo, del tutto personale. Ma si distanzia sicuramente dai canoni del fantasy per la credibilità che l’autrice riesce a conferire ai protagonisti attraverso un lavoro introspettivo che li rende atipici rispetto al genere”.

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