Gup di Modica. Rinviata a giudizio, minacciava di rendere pubblica una relazione extraconiugale

Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Modica, Sandra Levanti, ha rinviato a giudizio Leonora Marchesi, 48 anni, modicana di origini lombarde, accusata di estorsione continuata in danno di un giovane commerciante modicano. Il Gup ha accolto, in sostanza, la richiesta del pubblico ministero, Francesco Puleio. La donna era stata arrestata nel mese di giugno del 2009, quando era stata sorpresa dai carabinieri al Piazzale Baden Powel mentre si faceva consegnare dalla presunta vittima, A.D., la somma contante di cento euro estorti dietro la minaccia di riferire alla moglie un “incontro” extraconiugale intercorso in passato tra i due. La Marchese sarà processata il prossimo undici ottobre. E’ accusata di estorsione continuata. Le indagini condotte dai carabinieri avevano permesso di accertare che le minacce estorsive avevano comportato, nel corso degli ultimi anni, un esborso economico da parte della vittima di quasi quarantamila euro con versamenti diverse per alcune centinaia di euro per ogni richiesta, esborsi tali da procurargli quella profonda crisi economica societaria che fu alla base della scelta di rivolgersi ai carabinieri per denunciare l’incredibile ricatto in cui era caduto. L’arrestata fu associata nella casa Circondariale di Ragusa ma poi fu rimessa in libertà con il divieto di avvicinamento all’abitazione e al luogo di lavoro della vittima, colui che stanco di subire aveva deciso di informare i militari dell’Arma. La Marchesi, in sostanza, sarebbe caduta nella trappola. All’ennesima richiesta di soldi, l’uomo acconsentì. L’appuntamento fu nella cittadella degli studi dove si erano appostati anche i carabinieri. Si notò l’arrivo del veicolo della parte offesa ed il repentino avvicinamento di una donna che allungò le mani verso l’interno del veicolo per poi allontanarsi. Qui entrano in azione i militari che la bloccarono. Addosso le furono trovate due banconote da cinquanta euro, che erano state appositamente segnate per essere identificate. Per la donna scattarono le manette.

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