All’Ompa di Ragusa non ci sono posti in Cardiologia. La figlia lo porta in auto a Modica ma arriva già morto

Infarto in ospedale, costretto all’odissea prima di trovare la morte. L’odissea di un uomo di Scicli, G.C., 79 anni,costretto a peregrinare da un ospedale ad un altro fino a trovare la morte. Ora i parenti e la figlia in particolare che ha vissuto tutta la vicenda, chiedono conto e ragione. L’uomo era stato ricoverato presso la divisione di Oncologia dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo quando ha, improvvisamente, accusato un malessere. Allertati i medici, questi ne avevano disposto, immediatamente, il trasferimento presso il reparto di Cardiologia giacchè i sintomi erano chiaramente quelli dell’infarto. Accertato che si trattava, per l’esattezza, di un infarto acuto in corso, nasceva un problema. Non c’erano nella divisione specializzata posti letto disponibili, per cui i sanitari di Cardiologia decidevano di “rispedire al mittente” il poveretto. Le rimostranze della figlia, ovviamente preoccupatissima, induceva qualcuno del nosocomio di Ragusa Ibla a suggerire di cercare un posto letto altrove, in altri ospedali, per cui alla donna, nonostante l’infarto in corso per il genitore e dopo avere atteso un’ intera giornata per le opportune cure, non era rimasto altro da fare che prendere contezza del “suggerimento” e così dopo avere “caricato” sulla propria autovettura il genitore era partita a tutto gas ala volta dell’Ospedale Maggiore di Modica dove, però, i medici poco dopo l’arrivo non potevano fare altro che constatarne il decesso. A questo punto i familiari dell’uomo si sono consultati con i loro legali e hanno deciso di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Ragusa, affinché siano accertate le responsabilità del personale medico dell’Ompa di Ibla.

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