Astensione dalle udienze. Anche gli avvocati di Modica e Ragusa oggi lasciano le toghe

Aule del Tribunale chiuse da oggi e fino al prossimo 22 marzo, o meglio le aule saranno aperte solo per i magistrati, giudicanti e indaganti, perchè prende il via il lungo periodo di astensione proclamato dagli avvocati in tutte le altre strutture giudiziarie italiane. Anche Modica e Ragusa aderiscono come assicurato nel corso dell’Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana tenutasi a Catania. L’astensione riguarda le udienze civili, penali, amministrative e tributarie, nel rispetto, ovviamente, della normativa di lette in materia di “autoregolamentazione”. Significa che saranno celebrati solo i processi con imputati detenuti. I difensori nei diversi procedimenti già ieri avevano preparato le istanze con le quali comunicheranno da oggi la loro adesione alla protesta che si preannuncia totale. Lunedì l’Ordine Forense di Modica è stato convocato dal presidente Giuseppe Nigro, per tenere un’assemblea al PalaGiustizia durante la quale si discuterà dei motivi che hanno indotto ad assumere la drastica decisione. La protesta riguarda un progetto legislativo in atto di sostanziale soppressione del diritto di difesa con conseguente frustrazione della tutela giudiziaria del cittadino in violazione della Costituzione. Tale disegno favorirebbe, secondo la categoria, i poteri forti e calpesterebbe i diritti dei deboli e dei cittadini comuni. Nella sostanza è previsto lo smaltimento del carico giudiziario civile con sentenze senza motivazione, perenzione dei processi in appello ed in Cassazione, limitazione dei diritti di difesa con inaccettabili deterrenti di natura economica e il reclutamento senza selezione di seicento ausiliari. “Viene limitato – dicono dall’Ordine – il diritto del cittadino all’accesso alla giustizia con scelte inadeguate che impongono costi non giustificati anche per chi vuole accedere direttamente al giudizio e comportano la possibilità di concludere un tentativo di conciliazione con una proposta del conciliatore, senza accordo delle parti, che può avere effetti pregiudizievoli per la parte vittoriosa in giudizio”