Percepisce indebitamente contributo di maternità. Modica, il giudice l’assolve

Un errore di superficialità del suo consulente l’aveva indotta a chiedere il sussidio di maternità ma dai riscontri effettuati dalla Guardia di Finanza era emerso che le sue condizioni patrimoniali non le davano diritto ai mille euro che aveva chiesto e ottenuto dallo Stato. Un beneficio che per una giovane professionista modicana, B.S., si è trasformato in un boomerang poiché nei suoi confronti scattò la denuncia alla Procura della Repubblica per truffa ai danni dello stato. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Anton Giulio Maggiore, ha deciso di assolverla perchè il fatto non costituisce reato dopo averla sentita durante il dibattimento. Le dichiarazioni della donna, difesa dall’avvocato Michele D’Urso, hanno trovato conferma nel suo commercialista. “Ricordo – ha spiegato quest’ultimo – che ricevetti una telefonata dall’imputata all’ora di pranzo con la quale mi diceva di avere sentito alla televisione di questo contributo di maternità, chiedendomi se il suo reddito la faceva rientrare tra i beneficiari. Oggettivamente, in quel momento mi sono ricordato del reddito dell’anno precedente, non tenendo conto che in quel periodo l’interessata aveva preso già a lavorare, e le consigliai di presentare istanza”. Il reato è stato, poi, derubricato in indebita percezione di contributo. Tra l’altro l’imputata, messa al corrente dei fatti, con molta onestà aveva provveduto a restituire i mille euro avuti. Il pubblico ministero, Veronica Di Grandi, aveva ritenuto fondate le accuse e ne aveva chiesto la condanna.

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