L’Ospedale Maggiore di Modica non ha l’Anatomia Patologica

Non c’è l’Anatomia Patologica, struttura utile, soprattutto, durante interventi chirurgici importanti perchè consente di “leggere” i vetrini e le cosiddette estemporanee all’Ospedale Maggiore di Modica. Quanto è necessaria si deve fare ricorso al “Guzzardi” di Vittoria. In particolare, quindicinalmente, quando opera nel nosocomio di Via Aldo Moro, l’oncologo Giorgio Giannone del “Garibaldi-Nesima” di Catania, attraverso una convenzione che serve anche per evitare ai pazienti lo stress dei viaggi della speranza. Non essendo istituita a Modica l’Anatomia Patologica, accade che, talvolta, nel corso dell’intervento chirurgico sia necessario analizzare, ad esempio, un tessuto prelevato dal paziente. Come fare: si allerta un autista dell’Asp che si deve recare urgentemente al “Guzzardi”. Questo vuol dire che occorrono tra viaggio, analisi, riconsegna e ritorno non meno di due ore. Un’eternità per chi è “sotto i ferri”. Sorge, però, il dilemma: “e se nella malaugurata ipotesi, l’autista fosse coinvolto in un incidente, in un guasto, quali sarebbero le conseguenze? “Noi non diamo responsabilità all’Asp Ragusa, o al al direttore generale, Gilotta – lamenta Salvatore Rando della Cgil – perchè è la riforma della sanità in Sicilia che ha determinato tutto questo. Chiediamo, invece, una riflessione su tutto ciò, che sia chiuso ciò che deve essere chiuso senza “se” e senza “ma”, ma che siano potenziate e puntellate le strutture che possono garantire la sicurezza e la salute delle persone”. L’Anatomia Patologica in passato era operativa a Modica, poi, probabilmente per motivi politici, fu trasferita a Vittoria. A tutto questo si aggiunga la carenza di personale perchè le risorse umane non abbondano di certo, soprattutto tra gli operatori infermieristici. Nei giorni in cui opera il professore Giannone, gli infermieri di anestesia e della sala operatoria, fanno i doppi turni, mattina e pomeriggio, e di notte sono anche reperibili, per cui in caso di necessità, di urgenza, può verificarsi che non riposino nella maniera più assoluta quindi si abbassa il livello di guardia, di sicurezza, di lucidità. “Occorre che l’Asp – conclude Rando – metta a disposizione tecnologie all’avanguardia, strutture sanitarie necessarie e risorse umane, tutti elementi indispensabili per una buona sanità”.

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