Lo sbarco a Marina di Modica. Numeri inimmaginabili

Sono circa 456 gli extracomunitari approdati sulla costa modicana qualche ora prima della mezzanotte di lunedì a bordo di una barca di circa 35 metri. Il natante si è incagliato sugli scogli di Punta Regilione, all’altezza di Via Catania, dove è cominciato il fuggi-fuggi generale prima che arrivassero le forze dell’ordine che dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo avevano già avvistato la barca, partita, come ha sottolineato il capo della Squadra Mobile di Ragusa, Francesco Marino, dalla Libia. Circa quattrocento sono eritrei, gli altri sono somali, nigeriani ed anche del Malì, tutti richiedenti asilo. Scattato l’allarme sul posto sono confluiti polizia, carabinieri, vigili del fuoco, che hanno illuminato con le torri-faro l’intera zona. Molti i bambini e le donne. Durante il tentativo di fuggire molte donne e bambini sono rimaste a bordo, poi sono arrivati i gommoni e le imbarcazioni della Capitaneria che hanno provveduto a trasbordo per trasferirle a Pozzallo dove sono stati alloggiati in tende e nei locali della Dogana. Ieri mattina sono proseguite le ricerche dei fuggitivi. A carabinieri, polizia e guardia di finanza si sono aggiunti gli agenti della polizia municipale. Parecchi clandestini sono stati intercettati lungo la strada che porta a Modica. L’Asp ha allertato sin dalle 23 tutti gli ospedali dei due distretti. A Modica sono confluiti i primi extracomunitari, in particolare donne(quattro in stato di gravidanza) e bambini(quarantacinque)per essere curati sotto la direzione del dottore Carmelo Scarso, responsabile delle emergenze, e con l’ausilio di dieci medici di igiene pubblica. Si suppone che a bordo ci fossero interi nuclei familiari. Centoventi le donne presenti. Secondo quanto assicura Francesco Marino, non ci sarebbe gente in gravi condizioni. Diversi neonati. Durante le operazioni è stato presente anche il Questore di Ragusa, Filippo Barboso. Il barcone, da quanto raccontano i migranti, è partito dal porto di Tripoli, quaranta ore prima. L’ammaraggio, come si diceva, a Punta Regilione. Difficoltoso spostare il natante per cui cinquanta alla volta sono stati trasbordati sui mezzi della Capitaneria di Porto e trasferiti a Pozzallo. Alcuni avevano raggiunto la spiaggia a nuoto, altri sono riusciti a fare perdere le tracce. Al lavoro anche la Protezione Civile. “E’ stata una nottata molto movimentata – dice il comandante della Capitaneria di Porto, Ennio Garro –. L’imbarcazione si è spiaggiata su bassi fondali e le operazioni sono state molto difficoltose. Grazie alla dotazione di gommone veloce siamo riusciti a trasbordare le persone su rimorchiatore d’altura”. Il peschereccio si è incagliato ad una decina di metri dalla costa. Scattato immediatamente il dispositivo interforze predisposto dalla Prefettura – per i soccorsi e il contenimento dei clandestini che saranno nelle prossime ore smistati nei vari centri in attesa dello status di rifugiati politici. Alcuni erano muniti di documenti rilasciati dall’Ambasciata di Tripoli. Le operazioni sono state coordinate dal Prefetto, Francesca Cannizzo. Dopo la mezzanotte sono entrati in azione alcuni aerei dell’Aeronautica Militare Sospeso, intanto, il programmato trasferimento di 150 extracomunitari da Lampedusa a Pozzallo. Il barcone trasferito ieri mattina nella banchina commerciale del Porto pozzallese. E’ sotto sequestro. I parlamentari regionali Riccardo Minardo e Orazio Ragusa sono intervenuti, preoccupati, chiedendo alla regione che siano avviate azioni per evitare che la Provincia di Ragusa si trasformi in un’altra Lampedusa.


foto Guido Cicero

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