E’ quasi improbabile che possa essere recuperato il prezioso lampadario frantumatosi venerdì scorso all’interno della Chiesa Madre di San Pietro. Difficile che la struttura possa tornare nella sua “storica” allocazione perchè i danni sono notevoli. Tutti i pezzi sono stati raccolti e sistemati sul pavimento della sacrestia in attesa che la Sovrintendenza di Ragusa e la Curia di Noto decidano cosa fare. Probabilmente sarà recuperato qualche pezzo ma l’ipotesi che diventa sempre più certezza è che si debba optare per la commissione di un lampadario nuovo che possa degnamente sostituire quello danneggiato. Del resto la nota del parroco, Don Corrado Lorefice delle ore successive al sinistro era quasi un presagio laddove l’arciprete sottolineava che il lampadario centrale della Chiesa “era rimasto irrimediabilmente danneggiato”. Un “irrimediabilmente” che dava contezza dell’entità del problema. Il sindaco, Antonello Buscema, in prima persona, come primo cittadino ma anche come parrocchiano, e l’assessore ai Beni Culturali, Annamaria Sammito, sono costantemente attenti sulla vicenda. Venerdì scorso, come si sa, gli addetti alla pulizia stavano tirando su il lampadario con l’argano, ma, durante l’avvolgimento, il cavo di acciaio, raccoltosi solo in una parte della gola, ha fatto un improvviso scatto verso la parte libera dell’argano e così il lampadario era scivolato verso il basso e, pur non arrivando a toccare il suolo, ha subito le conseguenze del forte contraccolpo frantumandosi in gran parte. Commissionato 112 anni fa ai maestri Francesco Ferro e figli di Murano costò 1.600 lire(trecento dei quali per ricostruirlo integralmente dopo che la nave che lo trasportava era affondata).
nella foto di Giovanni Antoci il lampadario in un momento di pulizia