Processo “Modica Bene”. Parlano i difensori di Piero Torchi: “Il nostro assistito estraneo ai fatti”

Quello che ha destato più mormorìo in aula ieri è stata la richiesta nei confronti dell’ex sindaco di Modica, Piero Torchi. Sei anni di reclusione. Il pubblico ministero, Francesco Puleio, ha speso poco tempo per trattare la posizione dell’imputato dopo avere, invece, approfondito quella di Giuseppe e Carmelo Drago. “Non è stato trovato nulla nei suoi conti correnti, a casa o nel suo patrimonio ma il fatto che frequentasse persone impelagate nel grosso giro di assegni non lo esclude”. In sintesi è quello che ha detto Torchi il pubblico ministero. Sulla base di questo la difesa ha preso la palla in balzo per chiederne l’assoluzione. Ieri ha tenuto la sua arringa l’avvocato Bartolo Iacono, la prossima udienza toccherà al co-difensore Luigi Piccione. “Abbiamo chiesto con convinzione l’assoluzione di Piero Torchi, così come con convinzione avevamo scelto il giudizio abbreviato, in quanto dagli atti del processo si ricava la prova positiva ed eclatante della estraneità di Piero Torchi stesso rispetto ai fatti che gli vengono contestati e della inconsistenza dell’ accusa. Prova ne è la stessa requisitoria del PM che, per quanto riguarda il Torchi, ha speso solo una manciata di secondi limitandosi a definire la richiesta di pena senza neppure sfiorare il contenuto delle accuse anzi espressamente dichiarando che dagli atti non emergono elementi a carico dello stesso non essendoci (letteralmente): “ accertamenti bancari che attestino la sua responsabilità in ordine alla movimentazione del denaro”. Le richieste del PM, vale la pena ricordare, sono soltanto la richiesta di una parte. Il processo penale, infatti, si svolge tra due parti, accusa e difesa, in condizioni di parità, davanti ad un Giudice terzo. Per questo attendiamo con serenità e, a maggior ragione dopo la requisitoria del PM, la decisione di assoluzione del Giudice”. Iacono, ieri, ha chiesto l’assoluzione piena anche per Massimo La Pira, pozzallese, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio. L’avvocato Ignazio Galfo ha discusso sia di mattina che al pomeriggio: “Il giudice – dice cauto – metterà d’accordo tutti dicendo la prossima volta l’ultima parola”.

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