E’ scomparso ieri a Roma, dove viveva e lavorava, Nunzio Gulino, incisore tra i più rinomati, nato a Comiso il 16 giugno 1920. A lui spetta una posizione di particolare rilievo fra gli incisori puri, quegli artisti che hanno dedicato gran parte della loro esistenza a questa particolare espressione figurativa.
L’essenza del suo fare incisorio si è sostanziata in quel suo costante modo di operare che nulla ha concesso al biancore del foglio ma, solo attraverso le molte morsure, ha realizzato quell’effetto di morbido chiaroscuro che caratterizzano le sue acqueforti.
Gulino si è diplomato nel 1940 a Urbino, allievo di Leonardo Castellani e Francesco Carnevali. Nel 1942 si trovava militare a Cervia, poi a Roma dove ha ottenuto l’abilitazione di maestro calcografo. Nel 1943 è ritornato a Urbino, nel 1945 a Comiso. Dopo la guerra è insegnante a Città di Castello dove, nel 1949, tiene la sua prima mostra personale.
Nel 1951 ritorna a Urbino e insegna disegno propsettico e architettonico e poi disegno e storia dell’arte presso l’Istituto di Belle Arti. Ha preso parte alle maggiori manifestazioni dell’arte grafica vincendo numerosi premi. Sue opere figurano nei musei di San Paolo del Brasile, New York, Lugano, Stoccolma, Milano, Roma, Firenze e Venezia. Ha partecipato inoltre, ottenendo numerosi riconoscimenti, alla Quadriennale d’Arte di Roma nel 1956 e nel 1975 e alla Biennale dell’Incisione italiana contemporanea di Venezia negli anni 1955, 1963 e 1965, al premio internazioanle per l’incisione di Biella, alla Triennale di Milano nel 1972, alla Biennale di Oderzo (1988), alla rassegna di acquaforte di Modica (1996), alla Triennale di Chieri (1999), alla rassegna Bisonte di Firenze (2000). Il critico Roversi di Gulino ha scritto che “anche solo guardando le riproduzioni delle sue acqueforti , è come sentire cantare sottovoce le muse”.
Il sindaco Giuseppe Alfano, informato della scomparsa di Nunzio Gulino, ha inviato un messaggio di cordoglio ai familiari rilevando come nelle sue opere di artista raffinatissimo ha “saputo coniugare con rara maestria il ricordo della sua terra natìa col vissuto delle sue molteplici esperienze successive, imponenedosi nel panorama artistico nazionale e internazionale”. “Purtroppo – ha concluso il primo cittadino – Comiso piange ancora un altro suo figlio illustre e il mondo dell’arte e noi tutti siamo più poveri”.
Comiso. E’ morto l’incisore Nunzio Gulino
- Aprile 8, 2011
- 7:16 pm
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