Dalla celebre autobiografia del chiaramontano Vincenzo Rabito, pubblicata da Giulio Einaudi Editore, il genio di Vincenzo Pirrotta trae “Terramatta”, lo spettacolo di cui ha curato l’adattamento scenico e la regia e che porterà in scena martedì 12 aprile alle ore 21 al Teatro Garibaldi di Modica, penultimo appuntamento della Stagione di prosa 10/11.
“Descraziate siciliane terramatta”. Così Vincenzo Rabito racconta e giudica l’Isola e gli isolani. Così ricorda con rabbia un infinito calvario di ingiustizie ed illusioni. Il cantoniere di Chiaramonte Gulfi, classe 1899, attraversa avventurosamente il Secolo Breve, ne porta evidenti i segni delle cicatrici. Spietata memoria, la sua, rivelata nei diari segreti redatti in un singolare miscuglio di italiano e dialetto, ennesima declinazione di lingua popolare, quasi reinventata elaborando una parlata tanto improbabile quanto suggestiva, atavica, ancestrale, orale. L’unica possibile a lui, “inafabeto”, ma irresistibilmente determinato ad uno sfogo che ferisce e commuove. Confessione senza veli né menzogne, che l’amore del figlio Giovanni ha riportato alla luce in versione ridotta nel 1999 e che, dopo essere diventata un bestseller, si presta a questa riduzione teatrale affidata all’interpretazione dello straordinario cuntista e cantore della Sicilia che è Vincenzo Pirrotta.
Al suo fianco agiscono Amalia Contarini, Marcello Montalto, Alessandro Romano, Salvatore Lupo, Giovanni Parrinello, Mario Spolidoro, chiamati a far rivivere questo crudo spaccato del Novecento narrato dai verghianamente vinti. Una vera e propria epopea dei diseredati. La prospettiva di chi narra dal basso un’esistenza “guerreggiata”, messa a dura prova nelle trincee della Grande Guerra, nella campagna d’Africa dove s’infrange il sogno fascista dell’impero coloniale, o sotto le bombe del secondo conflitto mondiale. Una vita segnata dalla fame atavica del Sud e devastata – sul versante privato – dal matrimonio corroso da una suocera terribile. Disagi non leniti neppure dall’improvviso benessere dal boom economico, la “bella ebica”, che gli permette di garantire ai figli amatissimi una degna istruzione e un futuro di cui, come padre, va orgoglioso. Salvo a scegliere per sé il volontario confino domestico per affrancare l’anima in una testimonianza dal tragicomico, inarrestabile passo narrativo. Il taglio drammatugico di Pirrotta restituisce fedelmente ai posteri la parola che il nostro antieroe ha scolpito, a fatica, nell’ultima privatissima battaglia della sua “maletratata e molto travagliata e molto desprezata” vita.
Modica. “Terramatta”: Vincenzo Pirrotta porta in scena l’autobiografia di Rabito
- Aprile 9, 2011
- 11:30 am
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa