Modica. Giovani vandali nel parco giochi di Via Sacro Cuore, lettera-protesta di una mamma

“Ho visto negli occhi di mio figlio Nicolò di 7 anni, la delusione, il dispiacere e la costretta e amara rassegnazione nell’aver trovato l’altalena doppia rotta, la giostra spezzata e completamente distrutta, lo scorrimano inesistente, lo scivolo sfondato”. Lettera-denuncia di una mamma sullo stato di degrado del parco giochi di Via Sacro Cuore. “Sugli scivoli ancora integri – spiega – abbiamo trovato sputi pieni di muco lasciati lì per fare la “sorpresa” ai bambini. Alcuni ragazzi poco distanti ridacchiavano soddisfatti per aver visto mio figlio Francesco di 14 mesi uscire dallo scivolo imbrattato del loro sputo. Mi hanno vista ripulirlo e cercare, con i fazzoletti imbevuti, di ripulire gli scivoli. Continuavano a ridere divertiti”. Come dire, insomma, che la loro impresa era riuscita. Ma qui più che l’istituzione pubblica subentra l’educazione, in senso civico, che è, ovviamente, mancato. “Nicolò mi ha chiesto: “Ma perché i ragazzi grandi ci distruggono le cose dei bambini? – prosegue la donna -. Cosa avrei mai potuto rispondere? I sentimenti di indignazione e di rabbia hanno preso il sopravvento. Uno spazio, finalmente ritagliato dalla nostra caotica cittadina, dedicato ai nostri figli, seppur piccolo, ma almeno ritrovo per attività ludiche, per scambi interpersonali, per uno svago, un divertimento.

Spesso siamo stati costretti ad andare via di là perché invaso da gruppi di adolescenti con atteggiamenti che spero di non ritrovare mai nei miei figli una volta cresciuti. Scene di bullismo così crudo che mi hanno lasciato il segno, ragazzine che senza pudore, ma ancor più grave, senza rispetto per se stesse, si esibivano in atteggiamenti poco consoni per la loro età, per qualsiasi età”. Basta leggere le scritte e i disegni all’interno dei tunnel o delle casette per capire. “Sono tornata a casa amareggiata e arrabbiata – aggiunge – per diversi motivi. Un’area ludica distrutta (e come questa tante altre in città), nessuna manutenzione, nessuna supervisione dopo ripetute lamentele da parte dei vicini di casa. Ma soprattutto ho riflettuto sul fatto che se questi ragazzini vengono in uno spazio riservato ai bambini forse è perché loro non hanno uno spazio. Essere adolescenti è difficile, ci siamo stati tutti e ne siamo coscienti. Come si fa a diventare “grandi”? Neanche “noi grandi” lo sappiamo e facciamo fatica ad esserlo! Il nostro compito di genitori e cittadini è di educarli a canalizzare le loro enormi energie e potenzialità in modo positivo e costruttivo e non distruttivo. Siamo in dovere di non accettare tutto questo, siamo “obbligati” ad educare al rispetto reciproco e mi sento in dovere, in quanto madre, di intervenire, denunciare e chiedere aiuto. E’ un gesto d’amore verso i miei figli e verso tutti i bambini che non hanno voce, ma soprattutto verso questi giovani uomini e giovani donne che si affacciano alla società e che, anche se in modo sbagliato, ci dicono:”ci siamo anche noi!”

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