Devozione e grande entusiasmo ieri sera al Duomo di Ibla per la traslazione del simulacro di San Giorgio martire Applausi alla caratteristica “ballata” del santo cavaliere

Una folla di fedeli ha accolto con devozione e grande entusiasmo, ieri sera, chiuse le celebrazioni pasquali, la traslazione del simulacro di San Giorgio martire dalla cappella in cui viene ospitato tutto l’anno sino al transetto del Duomo, accanto all’altare. Qualche minuto prima, stesso protocollo religioso era stato seguito, perpetuando un rito antichissimo, per l’Arca santa. In una chiesa madre gremita, la città è tornata a stringersi attorno al glorioso patrono di Ragusa, dimostrando un immutato affetto, destinato a rinnovarsi da qui sino ai giorni in cui si terrà la festa esterna, quest’anno prevista per il 3, 4 e 5 giugno. Al suono della marcia di San Giorgio, il simulacro, portato a spalla dai portatori, ha dato vita alla caratteristica ballata, muovendo la statua come in una danza che affonda le radici simboliche nella notte dei tempi. Più volte, inoltre, il simulacro è stato fatto affacciare sulla soglia del sagrato, un altro gesto simbolico, con il santo cavaliere che ha voluto rendere omaggio, in un saluto che si ripete ogni anno durante questo periodo, alla città e alla comunità dei fedeli. Con la cerimonia di ieri, quest’anno risultata più partecipata del solito, hanno preso il via in forma ufficiale i festeggiamenti in onore del santo che anche stavolta, come nei tre anni precedenti, vedranno impegnati in prima linea i componenti dell’associazione “San Giorgio martire” i quali forniranno piena collaborazione al parroco, don Pietro Floridia, per la piena riuscita di tutte le iniziative in fase di programmazione.

Quest’anno la festa liturgica è coincisa con il Sabato Santo. Per questa ragione, la tradizionale traslazione del simulacro del santo martire e dell’Arca santa è stata spostata a ieri sera. Don Salvatore Mallemi fornisce una serie di informazioni storiche sulla Pasqua e sul simulacro di San Giorgio. “Al termine della veglia pasquale, che prima della riforma liturgica del papa Pio XII si celebrava nel mattino del Sabato Santo – racconta don Mallemi – dal Duomo di San Giorgio si snodava la solenne processione del Cristo Risorto. Tale processione si è svolta, a memoria d’uomo, fino agli anni Cinquanta quando la statua del Cristo Risorto, essendosi danneggiata, fu riportata in Chiesa per non uscire più. Curiosa però, è la presenza, accanto alla statua del Cristo Risorto, del simulacro equestre del Patrono San Giorgio, così come testimoniato da varie foto d’epoca. Sconosciamo l’origine di questa tradizione. Interessante però è quanto racconta lo storico locale Eugenio Sortino Trono. Nel suo diario narra l’evento: “Alle ore 16 e 4, fortissima scossa di terremoto sussultorio. Spavento generale!” Era il 13 aprile 1895: Sabato Santo. L’indomani, domenica di Pasqua: “Spontaneamente quei di sopra portarono S. Giovanni, da noi, accolto entusiasticamente. La sera S. Giorgio fu portato Sopra. Entusiasmo indescrivibile! Folla straordinaria. Più bel giorno di Pasqua sarà difficile a vedersi”. Una cronaca dettagliata dell’evento si trova ancora nel registro dei battesimi di S. Giorgio di quell’anno. Un rescritto della Sacra Congregazione dei riti del 18 giugno 1847 stabilì che ogni qualvolta la festa liturgica di San Giorgio cade il Sabato Santo, se ne sposta la celebrazione al lunedì dopo la domenica in albis cioè al 2 maggio. La presenza del simulacro equestre di San Giorgio portato in processione accanto al Cristo Risorto nel giorno del Sabato Santo nell’ultimo secolo è quindi celebrazione della Pasqua del Signore; ricordo grato dell’intercessione gloriosa dei Santi per la liberazione dal flagello del terremoto; espressione visiva e simbolica della vittoria di Cristo Signore sul dragone antico del peccato e della morte partecipata dai suoi discepoli, membra del suo corpo mistico; evento di comunione e di solidarietà tra le componenti dell’unica comunità ragusana”.

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