Sono due diverse le somme che sono contestate, nello specifico, all’onorevole Riccardo Minardo e alla moglie Pinuccia Zocco, nella presunta malversazione per la vicenda Copai che li vede “ai domiciliari” come lo sono Sara Suizzo, presidente del Consorzio, il marito di quest’ultima, Mario Barone, e l’imprenditore di Santa Croce Camerina, Pietro Maienza. Il resto delle cifre che sono girate negli ultimi quattro anni, come tiene a precisare l’avvocato Carmelo Scarso codifensore dei coniugi Minardo insieme al collega Raffaele Pediliggieri, non li riguarda. La prima somma, quella più consistente, è di 195 mila euro, quella, in pratica, per l’acquisto di Palazzo Lanteri a Modica da parte dell’Archè Kronu srl. La Suizzo, in quest’operazione, è nella carica di presidente della società, e Riccardo Minardo, quale procuratore speciale del proprietario di Palazzo Lanteri, Carlo Messina. Il parlamentare ha precisato che l’incarico lo aveva dovuto assumere prima dell’operazione poiché Messina, residente a Roma, era gravemente ammalato e non poteva recarsi a Modica, tant’è che morì, poi, l’8 agosto successivo. L’acquisizione risultava concordata per il 30 settembre 2004 sulla base di una scrittura privata non registrata dove la Suizzo s’impegnava ad acquistare per sé, per altri o in comune con altri la struttura di Via Lanteri, al prezzo, appunto, di 195 mila euro (da versare, 60 mila euro al 30 settembre quale acconto e caparra confirmatoria, 40 mila euro entro il 31 dicembre successivo e 95 mila euro in contanti al rogito da stipulare entro il 30 giugno 2005). Sarebbe stata simulata, per contro, una cessione in locazione tra Messina e Suizzo, quest’ultima, stavolta, in qualità di presidente del Copai, redigendo un fittizio contratto di locazione immobiliare, non sottoscritto dalle parti, il 22 marzo 2006, giustificando in tal modo il passaggio di denaro tra il Consorzio e la proprietà, con il pagamento del canone di affitto avvalendosi, in tutta l’operazione dell’attività di Minardo quale Procuratore speciale del venditore. Operazioni che non trovano alcun riscontro nella contabilità del Consorzio. I Minardo hanno precisato, documentalmente, che per il pagamento dell’ultima trance di 95 mila euro(la Zocco è vice presidente al 50% dell’Archè Kronu)avevano consegnato assegni del proprio conto corrente per la metà alla Suizzo, 47.500 euro(è stata prodotta prova documentale) e che a stessa Suizzo li aveva incassati a titolo personale e poi avrebbe pagato l’intero debito alla proprietà con un bonifico per conto del Copai.
Il “giro” di 70 mila euro passato per i conti correnti del parlamentare, sua moglie, la Suizzo e Barone, avrebbe trovato contraddittorie le giustificazioni rese venerdì dalle due coppie di coniugi. Si tratta dei sette assegni da diecimila euro ciascuno che secondo l’accusa sarebbero stati dati da Sara Suizzo a Minardo che a sua volta li avrebbe consegnati alla moglie, che poi li avrebbe negoziati col contante per acquistare un immobile per una delle loro figlie. I due congiunti modicani hanno esibito al Gip, Patricia Di Marco, un estratto del loro conto bancario comune, spiegando che si trattava di una cifra a Sara Suizzo a titolo personale, perchè stava attraversando un momento di difficoltà, che, poi, avrebbe restituito. E qui ci sarebbero dati documentali. La donna di Santa Croce Camerina avrebbe dato una versione contrastante, smentendo di avere ricevuto il prestito dai Minardo ma che, invece, era una somma che aveva anticipato per pagare delle imprese per avere svolto lavori in un immobile del deputato per conto di suo marito. Nessuno di loro, al di là degli estratti conto bancari, ha prodotto carte private sui prestiti e saldi concessi a titolo amichevole, visto che la fiducia era riposta nella parola.