Violenza sessuale su minore. Rigettato l’appello della Procura di Modica

E’ stato dichiarato inammissibile l’appello presentato dalla Procura di Modica dopo l’assoluzione emessa in primo grado dal Collegio Penale del Tribunale di Modica(Giovanna Scibilia, presidente, Fabio Ciraolo e Patricia Di Marco, a latere)nei confronti di C.B., 48 anni, modicano, patrocinato dagli avvocati Salvo Maltese e Carmelo Scarso, accusato di abusi sessuali e lesioni, nei confronti di un minorenne. L’uomo, nel 2009 era stato assolto dal reato più grave mentre era stato condannato a mille euro di ammenda per le lesioni, oltre a mille euro di risarcimento per la parte civile, ovvero i genitori del ragazzo, patrocinati dall’avvocato Giorgio Terranova del Foro di Catania. In proposito in giudice etnei hanno rigettato anche l’appello di questi ultimi che sono stati condannati alle spese d’appello. La vicenda risale alla sera dell’8 dicembre 2003. L’imputato ammise di essersi recato nella collinetta dell’Itria, al Quartiere d’Oriente, insieme al minore per depositare dei fiori presso l’omonimo santuario, ed anche per fotografare le stelle in quanto appassionato di astrologia. Aveva anche confermato di avere schiaffeggiato in un’occasione il ragazzino ma solo perché questi aveva preso a calpestare i fiori(il fatto specifico fu confermato anche dalla vittima). Un altro consulente tecnico d’ufficio, il ginecologo Giovanni Cavallo, aveva sottolineato di non avere riscontrato lesioni sul ragazzino, anche se era trascorso parecchio tempo dal preteso accadimento del fatto. L’imputato fu arrestato dai carabinieri dopo una telefonata del minore che fu trovato rannicchiato nei pressi del Santuario della Madonna dell’Itria in stato di choc. Raccontò dell’amicizia scaturita dalla comune passione per astronomia e fotografia ma che poi l’uomo sarebbe andato oltre e in alcuni casi avrebbe assunto atteggiamenti vessatori. La Procura in precedenza aveva anche prodotto un’agenda dove, nel 2004, dunque, successivamente ai fatti, la presunta vittima avrebbe annotato i contenuti di Sms che gli avrebbe inviato l’imputato. Ora la Corte di Appello di Catania ha deciso in tal senso ed anche il Procuratore Generale della Repubblica si era espresso negli stessi termini dei magistrati.