CGIL: La crisi delle politiche nazionale e regionale al centro della manifestazione di oggi a Ragusa. Sul Lavoro vero e sul futuro dei giovani

“Ritrovare la dignità della persona e del lavoro con il sindacato che deve marcare la scelta della strada in mezzo alla gente e del confronto sulle drammatiche questioni del reddito, dell’occupazione soprattutto giovanile e per il superamento di una precarietà che è il vero cancro della società italiana e siciliana in particolare. Oggi ci si ritrova a fare i conti con una questione morale che non può essere fronteggiata solo dalla magistratura ma da una seria e rigorosa azione politica rivolta all’interesse comune a partire dai più deboli e dai più bisognosi.”
Nelle parole di Antonio Riolo, segretario regionale della CGIL, che ha chiuso la manifestazione dello sciopero generale in Piazza Cappuccini a Ragusa, si sintetizza il senso della iniziativa messa in campo dalla CGIL di Ragusa in sintonia con altre cento piazze italiane, dove il più grande sindacato italiano ha inteso denunciare, con lo sciopero generale, lo stato di grande crisi che attraversa il Paese: dalla crescita, al fisco, dall’università alla ricerca, dalla sanità e al welfare, a una serie e sostenibile politica dell’accoglienza e di cittadinanza attiva dei migranti.
Ad aprire il corteo, circa 1500 persone si sono radunate in Piazza Cappuccini, i ragazzi delle rete e dell’unione degli studenti, poi quelli della funzione pubblica, con una forte rappresentanza di precari delle cooperative sociali e dell’ASP, della FLC, della Filctem, della Fiom, dei pensionati dello SPI, della Fillea e della Flai, la Filcams, la Fisac e poi le Camere del Lavoro della provincia con i dirigenti in testa.
Presenti i dirigenti della sinistra dal PD, al SEL, alla FED e l’IDV. Poi, ancora, i rappresentanti il Forum dell’Acqua e dell’associazione Libera.
Hanno attraversato le vie della Città, colorandole di bandiere accompagnando il percorso con slogan contro il Governo e Berlusconi e l’immancabile tiro a segno contro la Gelmini, sino a fare ritorno in Piazza Cappuccini dove hanno parlato Giovanni Avola, segretario generale della CGIL di Ragusa, che ha invitato l’unità dei lavoratori richiamando CISL e UIL a stare insieme alla CGIL sui temi di fondo in cui ci si trova d’accordo: Fisco, Piano per il lavoro e politica dei redditi.
Sul fronte locale ha rimarcato come la CGIL di Ragusa è per la difesa sulla legge su Ibla, frutto di una scelta politica intelligente che va preservata e recuperata non solo al patrimonio tardo barocco ma anche alla forza lavoro.
Necessario voltare pagina per garantire giustizia sociale e lavoro contro un Governo nazionale sordo e impegnato a distruggere diritti e legittime aspettative dei lavoratori.
Poi sul palco si sono alternati lavoratori del precariato sociale che si battono contro le loro incertezze e per un salario dignitoso e malgrado tutto continuano a lavorare, con stipendi arretrati, con professionalità, quelli del Forum dell’Acqua che puntano alla difesa dei referendum e contro le politiche del Governo che cerca di delegittimare l’iniziativa referendaria per scoraggiare la partecipazione al voto. Sviluppo delle imprese e difesa dei posti di lavoro il tema trattato dalla Filctem nel mentre Michele Palazzotto, segretario regionale della FP CGIL denuncia il fenomeno allarmante dei trenta mila giovani che abbandonano la Sicilia per cercare lavoro altrove e un giusto riconoscimento professionale.
La responsabilità è del Governo regionale che non fa una politica di rigore nel mentre quello nazionale compie manovre a favore delle privatizzazioni e contro la realtà pubblica soprattutto quelle delle amministrazioni.
Immigrazione, giovani e il loro futuro, politiche di rigore al centro del comizio finale di Antonio Riolo. L’esperienza di Lampedusa pone centrale la questione della politica dell’accoglienza che non è fronteggiabile esasperando il tasto della clandestinità, peraltro condannata dall’Unione Europea e ha auspicato una vera politica del rigore, parlando della finanziaria regionale, che non si fa impegnando duecento milioni di euro per il mantenimento dell’ARS. Ai giovani, infine, ha fornito un consiglio: “prendetevi la storia della CGIL e appropriatevi dello Statuto dei lavoratori e su questi costruite il vostro futuro.”

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