Due città importanti della provincia di Ragusa sono protese verso il voto: Ragusa e Vittoria. Una schiera di candidati: donne, uomini, giovani e meno giovani che girano in cerca del consenso, con il loro sindaco di riferimento. Noto che un po’ tutti nei volantini di propaganda, nei fac simili, negli incontri parlano di legalità, di progetti per la città e di bene comune. Bene comune, un’ affermazione che rimbalza sulla bocca di candidati di destra, di centro e di sinistra. E allora mi domando: ma cosa intendono per bene comune tutti coloro che sono candidati alle elezioni amministrative?
Visto che nella campagna elettorale di questi giorni si parla spesso di bene comune e atteso che nell’accezione popolare il bene comune è inteso come un “bene condiviso” da tutti, ma con prospettive interpretative non univoche, mi sembra opportuno proporre a riguardo una osservazione.
L’espressione “bene comune” è il risultato di due parole: bene e comune. Bene indica un insieme di cose desiderate per sé e per gli altri in quanto facilitano l’esistenza individuale e collettiva. Comune, dal latino “cum – munus” , sta a significare un compito adempiuto insieme.
Il bene comune è dunque l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi come ai singoli membri di una città di raggiungere il benessere e il progresso culturale, spirituale, morale ed economico di tutti, non lasciando indietro nessuno. Ma i candidati, quando parlano di bene comune, pensano a tutto questo? Se, poi, il bene comune è ciò che vogliono tutti, ossia schieramenti di destra , di centro e di sinistra, come mai, quando si giunge al potere, si fa tanta fatica a realizzarlo? Perché ci si divide, si mettono ostacoli, si stenta a farlo divenire realtà concreta? E come mai il cittadino, nonostante spesso si renda conto che l’affermazione secondo cui si fa politica per il bene comune è una finzione, continua a premiare chi è artefice di quest’inganno? Forse che anche il cittadino cerca, in fondo, solo il suo bene personale, i propri privilegi che magari un politico o uno gruppo gli può concedere , per cui non gli interessa nulla che venga fatto il bene di tutti? Sono domande che lascio alla riflessione dei miei lettori.
Certo è, poi, che il bene comune non è compito solo di chi si candida per amministrare, ma anche della famiglia, della scuola, delle istituzioni sociali e religiose, del mondo dell’informa-zione, delle realtà sindacali e culturali e, in ultima analisi, di ognuno di noi. Di esso, insomma, tutti insieme siamo responsabili a vari livelli e con ruoli e responsabilità diversi. Se è vero che tutti desideriamo il bene comune, ognuno di noi si impegni a fare la propria parte, anziché alzarsi la mattina e cominciare a dare colpe a tutti tranne che a se stesso. La civiltà del ben- essere (si badi al trattino ) è opera di tutti insieme. Sogni? Utopia? Quelli che hanno sognato e hanno pagato di persona sono stati sempre seme di vero bene. Peccato che la società continui ancora oggi a piangerli, ipocritamente, dopo che sono stati eliminati.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…… DI DIRETTORE. VERSO IL VOTO A VITTORIA E RAGUSA: CAMPAGNA ELETTORALE INFUOCATA E “BENE COMUNE”
- Maggio 12, 2011
- 11:17 am
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