I dati diffusi in occasione della Giornata dell’economia nell’analisi del Centro studi della Cna. Terranova: “Ecco cosa fare per cercare la ripresa”

I primi dati economici relativi al 2010, che sono stati resi noti dalla Camera di Commercio nel corso della Giornata dell’Economia, meritano una attenta ed approfondita riflessione. Ancor più la meriteranno quando fra qualche settimana saranno pubblicati tutti i dati nella loro completezza. Intanto, il Centro Studi della Cna ha sottoposto subito alla sua attenzione alcuni dati relativi alle imprese. E’ il presidente del Centro studi, Saverio Terranova, a fare tutta una serie di valutazioni.
“Il fatto – dice – che le imprese, contrariamente ad altre province, siano sia pur lievemente aumentate, non è di per sé un chiaro segnale di vitalità. Bisognerà capire in quali settori esse operano e quanto dureranno. Queste sono domande cui oggi non possiamo rispondere. Da notare anche che dal 2006 al 2010 sono andate in liquidazione 1.350 imprese (412 nel solo 2010). È certo che le imprese artigiane sono diminuite. Dopo il picco raggiunto nel 2004 (7.120 unità), si sta registrando una inesorabile, ancorché lenta, discesa. In economia, non crescere è depressione, diminuire è recessione. Perché tutto questo? Una chiave di lettura ce la può fornire il dato sui protesti bancari: hanno raggiunto il picco nel 2009, l’anno più nero della crisi, e sono scese sensibilmente nel 2010, cioè quando già molte aziende più deboli avevano chiuso”.
E il presidente del Centro studi aggiunge: “Una ulteriore chiave di lettura ce la offrono i dati sulle costruzioni diffusi dalla Cassa Edile. E’ noto che l’edilizia è una delle attività che più danno la spinta a tutta l’economia della provincia. Ebbene, gli ultimi dati ci dicono che da ottobre 2009 a marzo 2010 erano attive 1.760 imprese edili, con 5.033 operai e una massa salari di 23.145.220 euro. Nello stesso arco temporale, da ottobre 2010 a marzo 2011, le imprese sono state invece 1.680, con una perdita di ben 80 unità, gli operai 4.251 e la massa salari è scesa a 17.318.138 euro. Ci sono operai che non lavorano da sei-otto mesi e imprese che cercano disperatamente qualche appalto. Sarebbe interessante sapere (e noi ci adopereremo per saperlo) quanto ha inciso sull’edilizia privata l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia del Piano Paesaggistico. In ogni caso, i lavori pubblici languiscono da molto tempo. Che fare? Lo diciamo da molti mesi: gli enti pubblici si dovrebbero affrettare a varare un piano di lavori straordinari, soprattutto di piccola entità. Il presidente della Provincia si potrebbe fare promotore di un incontro di tutti i sindaci per mettere in campo, pur nell’attuale difficile situazione della finanza locale, il massimo possibile di lavori cantierabili in tempi rapidi”.
Ancora altre riflessioni. “Il pubblico potere – dice ancora il prof. Terranova – faccia attenzione: la crescita dell’economia è ardua e lenta, la perdita di ricchezza è rapida e, a volte, può anche essere definitiva. Certo non è questa la via per la ripresa. La Cna ha ammonito a lungo, già dai primi segnali della crisi, nel 2005, che occorrono interventi decisivi, soprattutto a livello nazionale: diminuzione del costo del denaro, riduzione del cuneo fiscale almeno al livello della Germania, infrastrutture essenziali per coprire in parte il gap della distanza dai grandi centri, diminuzione del costo dell’energia. Ma questa è una via lunga e impegnativa su cui speriamo che possano immettersi nuovi politici e amministratori. Oggi occorrono interventi urgenti e ci sembra che questa, lavori pubblici e sblocco delle concessioni edilizie private, sia l’unica via percorribile nell’immediato”.

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