Si è costituito il Comitato Spontaneo degli Studenti contro la chiusura della Facoltà di Giurisprudenza di Ragusa

Dopo le voci, purtroppo non infondate, che di recente si sono rincorse circa l’imminente chiusura del distaccamento ibleo della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania, si è costituito nei giorni scorsi a Ragusa un Comitato spontaneo degli studenti per sostenere le ragioni del decentramento e reclamare un reale impegno in sua difesa da parte delle Istituzioni. In occasione della prima riunione, cui ha partecipato un nutritissimo gruppo di ragazzi di tutti gli anni del corso, i coordinatori hanno fatto il punto della situazione alla luce degli incontri tenutisi nei giorni precedenti, tra gli altri, con il presidente del Consorzio Giovanni Battaglia, il sindaco di Ragusa Nello Dipasquale e il presidente della Provincia Franco Antoci.
A quanto è emerso, la costituzione del tanto preannunciato Quarto Polo universitario, con sede a Ragusa, riguarderebbe un futuro «non prossimo» e, pertanto, sarebbe praticamente certa la sua non-operatività già dal prossimo anno accademico.
Purtroppo, per soddisfare i requisiti esatti dalla Riforma Gelmini l’atto di transazione firmato lo scorso anno da Consorzio e Università, e in forza del quale è stato lasciato intatto lo status quo per l’anno accademico 2010/2011 (con tutti e cinque gli anni di corso in Giurisprudenza, in luogo del paventato esaurimento) condizionava la permanenza della Facoltà proprio alla costituzione del Quarto Polo. Secondo quanto si dice da più parti, peraltro, pare che anche laddove tale progetto dovesse partire in tempo utile (cosa oramai pressoché impossibile, dopo la fuga indietro della Kore di Enna), esso lascerebbe comunque esclusi tutti gli studenti iscritti agli anni successivi al primo. Le difficoltà che da sempre hanno ostacolato la permanenza dell’ateneo catanese in provincia, comunque, sono state e sono di ordine principalmente economico.
Per scongiurare la chiusura almeno di Giurisprudenza (quella di Agraria si dà per scontata per carenza di immatricolazioni), il Comune di Ragusa sarebbe quindi disposto a versare al Consorzio (di cui ha l’onore e onere di essere “socio fondatore”, insieme a Provincia e Alui) circa 1. 400.000 euro, più i canoni di locazione dei locali di Via Matteotti, mentre dalla Provincia spetterebbero ulteriori 1. 500.000 euro. A tali somme andranno prevedibilmente ad aggiungersi quelle annualmente stanziate dalla Regione e ripartite fra tutti i consorzi siciliani secondo il numero di corsi e di iscritti (il contributo al decentramento ragusano si aggirerebbe intorno a 1.080.000 euro, anche se nel corso degli ultimi anni esso sta rischiando di diminuire).
«Il sindaco Dipasquale -ha informato Alessandro Testone, coordinatore del movimento- ci ha detto di essere disposto a impegnarsi per instaurare contatti con l’Ateneo, allo scopo di evitare la totale chiusura di Giurisprudenza nel capoluogo ibleo, tenendo tra l’altro in considerazione le disastrose ripercussioni che ciò avrebbe sulla già precaria situazione nella quale versa il centro storico». «Il nostro obiettivo -ha aggiunto- è ottenere per l’anno prossimo un’offerta formativa identica a quella odierna».
Non mancano, però, le ipoteche su tale prospettiva, e non solo economiche, a cominciare dalla tendenziale diffidenza dell’Università catanese verso i decentramenti, in ragione anche di problemi di carattere amministrativo creatile dalla Riforma Gelmini (ad esempio, ogni corso deve avere incardinati almeno 20 docenti).
All’inizio della prossima settimana è finalmente previsto, al termine di una lunga serie di fumate nere, il rinnovo del Cda del Consorzio universitario Ibleo, cui spetterà riprendere le trattative con l’Università chiedendo una nuova proroga sull’attuazione dell’accordo di transazione. Dal canto loro, le posizioni delle Istituzioni politiche e del Consorzio sono oscillate tra il cauto ottimismo e una sana capacità di accontentarsi. In particolare, il senatore Battaglia non si è sbilanciato su un eventuale esaurimento (che consentirebbe almeno agli studenti già iscritti di completare gli studi), ma ha affermato che vi sono «importanti precedenti» in tal senso: Scienze del governo e dell’amministrazione ed Economia aziendale a Modica, Informatica a Comiso e -dulcis in fundo!- Lingue e letterature straniere a Catania. Nella riunione, gli studenti hanno inoltre pianificato un’azione compatta e decisa per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza università ed esigere dalle Istituzioni l’impegno dovuto. «Vista la gravità della situazione -commenta il coordinatore Testone- anche solo la proroga di un anno o l’esaurimento sarebbero traguardi più significativi di quello che potrebbero sembrare, tanto più che il numero delle immatricolazioni, malgrado i cattivi presagi degli ultimi anni, si è mantenuto congruo e ciò potrebbe giustificare, nel medio termine, il raggiungimento di nuovi e più soddisfacenti accordi tra Consorzio e Università».
«Dal conto nostro -rilancia il portavoce Sebastiano Flaminio- come studenti di questo Ateneo e come giovani cittadini di questa terra confidiamo che la disponibilità e l’attenzione sinora dimostrateci dagli attori istituzionali (Provincia, Comune e Consorzio in primis) si concretizzi al più presto in fatti concreti e altrettanto concrete proposte. Le quali, se saranno anche serie e ragionevoli, -conclude- siamo certi che l’Università saprà tenere nella giusta considerazione, nell’interesse di tutti».

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