Il bilancio 2008 e l’inchiesta sul consiglio comunale. Modica, la Cisl: “Anche noi come il Pd agiremmo ancora come allora”

“Pur avendo scelto a suo tempo di non intervenire sulla vicenda fino alle decisioni che avrebbe assunto la magistratura, non possiamo non replicare alle dichiarazioni del PD di Modica diffuse alla stampa il 21 maggio scorso che, pur con il comprensibile obiettivo di garantire una difesa d’ufficio ai 17 consiglieri comunali destinatari di un avviso di garanzia per avere approvato il bilancio di previsione 2008, sconfinano in una palese mistificazione dei fatti ed in un invito finale ad istigare gli stessi comportamenti al ripetersi di situazioni analoghe”. Replica così Gianfranco Marino della Cisl, il sindacalista che presentò l’esposto alla Procura di Modica  il 9 febbraio 2009 attraverso le Segreterie provinciale e regionale che fece scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Modica. “Non fu un’ azione inaspettata per l’amministrazione e per i consiglieri comunali – spiega Marino – ma la conclusione di un lungo iter che aveva visto il suo inizio già all’indomani della contestata approvazione del bilancio 2008 (30 agosto 2008), ove non fu appostata, nonostante le reiterate richieste di tutte le organizzazioni sindacali, la obbligatoria previsione di spesa di circa 1 milione di euro, pari al 50% degli arretrati contrattuali dovuti per legge ai lavoratori dell’ente. Iter poi proseguito, nonostante gli impegni pubblicamente assunti dall’amministrazione, quando fu disattesa tale obbligatorietà anche in sede di assestamento del bilancio, che venne poi approvato il 29 novembre 2008. In quella seduta in aula si registrò la presenza massiccia dei lavoratori che reclamavano il dovuto e si perseverò nonostante una preventiva diffida formale presentata dal sindacato a tutti gli attori della vicenda, peraltro non tenendo in alcun conto dei “consigli” e degli “inviti” a reperire le risorse necessarie, espressi dal segretario generale, dal presidente del consiglio comunale e dal collegio dei revisori dei conti del Comune di Modica. Questo 50% degli arretrati contrattuali venne poi inserito nel bilancio dell’anno successivo (2009), in pendenza di numerosi tentativi di conciliazione dei lavoratori e dell’esposto presentato dalla CISL alla magistratura, ed erogato nel mese di luglio di quell’anno (dopo 14 mesi dal maturare del diritto al pagamento) solo per le insistenze di questa organizzazione sindacale e contro la volontà del capo dell’amministrazione che, come ricorderanno tutti, sul finire del mese di giugno 2009, aveva invece ordinato espressamente al dirigente del servizio finanziario, anche se inutilmente, di non pagare tale somma. Questi i fatti e i comportamenti che configurano non solo una plateale ed arrogante irresponsabilità politica ed amministrativa di chi non ha voluto tenere conto di una preventiva diffida a rispettare le norme, ma che rappresentano uno schiaffo ai diritti dei lavoratori, sanciti per legge e per contratto, mai verificatasi in presenza di un contratto nazionale già in vigore e vincolante, oltre che una vera e propria sfida alla legalità ed alla certezza del diritto, soprattutto se si considera che a fronte di tale omissione sono stati invece mantenuti stanziamenti in bilancio per spese non obbligatorie che potevano essere contratte senza bisogno di “falsificare le entrate, maggiorandole o inventandole per pareggiare le maggiori uscite”. La “Spada di Damocle” di dover salvare il Comune dal dissesto con i soldi dei lavoratori, messa in campo dal PD di Modica per giustificare la decisione dei suoi rappresentanti istituzionali, proprio non regge visto che il milione di euro fu invece destinato a mantenere ciò che non rientrava nell’ambito di quei servizi essenziali che l’ente aveva invece l’obbligo di garantire, ivi compresi gli stipendi dei dipendenti comunali. Noi crediamo che la responsabilità politica, amministrativa e non solo dell’accaduto ricade su chi propose lo schema di bilancio e poi di fatto sollecitò, come peraltro si evince dal dibattito d’aula, il voto favorevole di tutto il civico consesso e non tanto sui consiglieri comunali, meri esecutori di un ordine di scuderia. Rispetto a ciò, la CISL-FP non ha fatto altro che il proprio dovere, chiedendo prima, avvertendo poi e denunciando alla fine chi aveva il potere di non calpestare una norma ed il rispetto di un diritto sacrosanto garantito dalla legge. Era nostra intenzione non solo di ottenere giustizia, per la palese violazione di un obbligo di legge e contrattuale a danno dei lavoratori comunali di Modica, ma anche di dissuadere in futuro altri amministratori dalla convinzione che le risorse destinate al personale comunale potessero impunemente essere distratte, in termini di cassa ovvero di competenza, per fare fronte ad altre necessità della politica. E con questo obiettivo domani non esiteremmo neanche un secondo ad agire nello stesso modo in presenza di analoghe situazioni, anche nei confronti di chi si autodefinisce forza dell’innovazione e della trasparenza”.

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